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Finalmente, dopo la terza guerra punica – che risale, per i nostri tempi, all’Udinese-Roma dell’anno scorso – torniamo a vincere in trasferta, su un campo amico dove è ancora possibile tifare la propria squadra in un clima di serenità. Sarà stato forse questo: non incontrare l’ostilità del tifo avverso, vedere il nostro pubblico con le sciarpe e le bandiere cantare il nostro inno e tifare come al solito per tutta la partita, senza essere sovrastati dalle urla disumane che spesso incontriamo su quasi tutti gli altri campi.

Il primo tempo è stato vergognoso, l’unico squillo è stato un tiro di sinistro del nuovo arrivato: Rensch che come al solito in queste situazioni è sembrato quello più vivo. Speriamo non si adatti anche lui al clima di mediocrità che sembra avvolgere ogni calciatore che arrivi a Roma.

La ribaltiamo con due regali dell’Udinese, due rigori nati da disattenzione difensiva, un fallo di mano su contrasto e un’uscita folle del portiere su una palla che stava andando fuori dall’area.

Ce li prendiamo anche perché la prestazione nel secondo, almeno quella, è stata quasi sufficiente. È bastato togliere il tappo che ha il nome di Celik e una strigliata di Ranieri nell’intervallo. La Roma ha fatto qualcosa e di questi tempi questo qualcosa ce lo prendiamo e ce lo teniamo stretto.

Mancano pochi giorni alla fine del mercato e abbiamo bisogno ancora di un difensore e di un centrocampista. Liberiamoci di tutti quelli che possiamo e a fine campionato mandiamo via tutti gli altri. Non possiamo più sopportare questa mediocrità. 

Forza Roma!