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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8153

LE SETTE PRIORITA' PER IL NUOVO PAPA di Luisella Scrosati
 
Archiviato il pontificato di Francesco, sono tutt'altro che naufragati i processi da lui avviati con atti, decisioni e gesti che hanno di fatto aperto nuove finestre di Overton o hanno condotto alla parziale realizzazione di quelle già aperte. Questo articolo conclusivo vuole rapidamente richiamare gli urgenti "interventi di rifacimento e manutenzione" a cui bisognerà porre mano al più presto, per riparare agli scandali contro la fede e contro la credibilità della Chiesa, alimentati in quest'ultimo pontificato.
1. NO ALLA COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI (Amoris lætitia)
È necessaria anzitutto una chiarificazione da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede - una volta ripulito da persone decisamente non all'altezza e dalla formazione teologica più che questionabile -, sulla deriva della Comunione ai divorziati risposati, che ripristini la disciplina corretta: non è possibile che persone che continuano a vivere more uxorio possano ricevere l'assoluzione sacramentale e accedere alla Santa Comunione.
Una modalità potrebbe essere quella di dare finalmente una risposta ai famosi Dubia del 19 settembre 2016, che si ponga come interpretazione autentica dell'esortazione post-sinodale Amoris lætitia, e correttiva della lettera del 5 settembre 2016 di papa Francesco a mons. Sergío Alfredo Fenoy. Un altro intervento dovrà portarsi sulla correzione della nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica sulla pena capitale, che appare decisamente in discontinuità con l'insegnamento tradizionale sul tema.
2. NO BENEDIZIONI AI GAY (Fiducia supplicans)
È urgente la revoca della dichiarazione Fiducia supplicans, così come del comunicato stampa del 4 gennaio 2024, firmato dal cardinale Victor Manuel Fernández e da mons. Armando Matteo. Il documento, a causa dell'assurdità e inaccettabilità delle sue affermazioni, e la chiarificazione successiva, persino peggiorativa della Dichiarazione, hanno provocato una profonda divisione all'interno della Chiesa con conferenze episcopali, e persino un intero continente, che si sono rifiutati di renderli applicativi nelle proprie zone di competenza. In nessun modo coppie caratterizzate da relazioni contrarie alla legge di Dio possono ricevere una benedizione del Signore, in nessuna forma.
3. NO AL DIACONATO FEMMINILE
Si pubblichi un documento che raccolga la parte migliore dei lavori delle diverse commissioni radunate negli anni per studiare la questione del diaconato femminile e si ribadisca in modo chiaro e definitivo l'impossibilità dell'ordinazione diaconale e presbiterale delle donne.
4. VOTO NEI SINODI AI SOLI VESCOVI
Si ripristini l'ordine gerarchico della Chiesa mediante l'attribuzione del diritto di voto nei Sinodi generali ai soli vescovi (e a eventuali altri membri, purché appartenenti almeno all'ordine presbiterale). Lo stesso avvenga nei sinodi locali. L'autorità dell'ordinario sia restituita in tutta la sua pienezza, ed anche il senso dell'episcopato. Il nuovo pontefice si troverà a dover porre mano ai criteri di selezione dei nuovi vescovi, e alla loro effettiva applicazione; la Chiesa, soprattutto in quest'ultimo decennio, ha conosciuto nomine episcopali di persone del tutto non all'altezza dell'ordine che hanno ricevuto e della missione affidata, senza le minime competenze canoniche, con una conoscenza approssimativa della dottrina, desiderosi di novità piuttosto che di solidità, e non di rado con un profilo morale che si è rivelato alquanto discutibile, quando non palesemente inaccettabile.
Appare altresì più che opportuno un intervento che interdica l'eventuale accesso di laici, uomini e donne, a quelle cariche di responsabilità nella Chiesa che devono essere destinate, per loro natura, a chi ha ricevuto l'ordine sacro dell'episcopato o del presbiterato, o che sono espressione del collegio cardinalizio, come nel caso della presidenza dei dicasteri della Curia romana.
5. RIVEDERE L'ACCORDO TRA CINA E SANTA SEDE
Si dovrà rivedere l'accordo tra Cina e Santa Sede, di recente rinnovato per altri quattro anni (fino al 2028), voluto dal cardinale Pietro Parolin (e per il quale fu decisiva la mediazione dell'ex cardinale Theodore Edgar McCarrick), del quale non sono state fatte conoscere le condizioni. Non è accettabile un compromesso che avalli la situazione attuale, con il Governo cinese che ha la facoltà di cambiare il Catechismo della Chiesa cattolica, di proibire l'iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, di imporre l'esposizione delle immagini di Xi Jinping nelle chiese, di scegliere i vescovi, con la Santa Sede umiliata nel "dover approvare" vescovi già arbitrariamente decisi dal regime, e persino di erigere diocesi.
6. BASTA PACHAMAMA E RITO AMAZZONICO
La Chiesa ha bisogno di riprendere il proprio slancio missionario, nella consapevolezza di avere il diritto e il dovere di portare ovunque la verità del Vangelo e la grazia dei sacramenti. Emerge come particolarmente meritevole di attenzione il tema dell'inculturazione, tema pastoralmente importante, ma in nome del quale in Vaticano si è persino posta in essere una celebrazione pagana, dalla chiara connotazione ideologica, in onore della "divinità" pagana inca, la nota Pachamama. L'inculturazione non può essere concepita e realizzata come una generosa concessione agli idoli delle religioni pagane; essa è la capacità del Vangelo di vivificare una cultura, purificarla da quanto non è compatibile con la verità su Dio e sull'uomo, e condurla alla pienezza delle sue potenzialità, mediante la lenta e progressiva opera della grazia. Inculturazione è e dev'essere evangelizzazione delle culture, non metamorfosi del Vangelo e della liturgia della Chiesa che assume i connotati del paganesimo, previa superficiale "verniciata" di cristianesimo. A questo riguardo, grande attenzione dovrà essere posta alla fase finale di realizzazione del "rito amazzonico".
7. BASTA PASTORI CORROTTI
La Chiesa ha un problema enorme di pastori corrotti fin nelle midolla. Il caso Rupnik, con tutte le coperture che per decenni hanno silenziato le denunce e il dolore delle vittime, rimane in primo piano; per non parlare di altri prelati, tutt'ora in posti di grande responsabilità, con pesanti scheletri nell'armadio. Anche quanto sta emergendo in queste ore, relativamente a presunte lettere di Papa Francesco, siglate solo con l'iniziale del nome, che vengono alla luce solo dopo la sua morte, dà prova di quanto fitta sia la ragnatela di corruzione tessuta da molti prelati, inclusi cardinali dati come "papabili".
CONCLUSIONE: LASCIARE SPAZIO A DIO
Al di sopra di tutte le considerazioni snocciolate in questi articoli, la grande sfida del nuovo pontefice è la stessa dei precedenti, in questi ultimi due secoli: rispondere alla crescente secolarizzazione che penetra il mondo e ha invaso la Chiesa. Non v'è che un solo rimedio a questo processo che appare sempre più aggressivo e inarrestabile; un rimedio che potrà sembrare modesto rispetto ai grandi discorsi che stiamo udendo in questi giorni sull'agenda per il nuovo pontificato, zeppa di sinodalità, inclusività, cura della "casa comune", aperture a todos, todos, todos. Il rimedio è quello di permettere a Dio di agire nella sua Chiesa, di manifestarsi nella sua Chiesa. Questa strada esige che ciascuno si rimetta al proprio posto di miseri uomini peccatori, i quali, ogni volta che pensano di dover cambiare la Chiesa, modernizzare la Chiesa, aggiornare la Chiesa, finiscono per oscurare la presenza di Dio.
Bisognerà prima o poi prendere atto che la fede fiorisce o rifiorisce laddove si lascia più spazio a Dio e gli uomini accettano di non strafare. Per rendersene conto, sarebbe sufficiente visitare i santuari, soprattutto quelli mariani, prendere contatto con monasteri e case religiose che non hanno gettato abito e regola alle ortiche (magari dopo un restyling forzato voluto da Dicastero per la vita consacrata, sotto la guida canonica del cardinale Ghirlanda), recarsi nelle parrocchie dove ancora la liturgia viene celebrata con grande decoro, il catechismo non è edulcorato e le processioni e i pellegrinaggi non vengono banditi come reperti oscurantisti. Sono queste le realtà dove ci sono conversioni, dove le famiglie fioriscono, dove nascono nuove vocazioni, dove ci sono radici sufficientemente profonde e solide per resistere all'aridità dei nostri tempi.
Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "Il processo sinodale è una gravissima minaccia per la Chiesa" spiega perché la sinodalità è un processo che sta cambiando (protestantizzandola) la struttura della Chiesa cattolica, dal ruolo dei vescovi al Catechismo, dal rapporto con il mondo al relativismo dottrinale. È il pericolo più grave perché si tratta di una prassi e non di una dottrina. Il voto in conclave ne tenga conto.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 5 maggio 2025:
In questo conclave la posta è molto alta. Tra l'altro ne è una prova indiretta la compatta pressione dei mass-media di regime per una indiscutibile "continuità" con Francesco. La posta in gioco è alta perché questo Pontificato ha puntato diritto verso significativi radicali cambiamenti rispetto alla tradizione dottrinale, disciplinare e pastorale. Queste rivoluzioni non possono venire nascoste sotto atteggiamenti che hanno trovato gradimento tra la gente, oppure sotto un fraseggio di tipo esistenziale e sentimentale che ha talvolta scaldato i cuori, o tramite le espressioni