Roma Democratica. Frequenza Progressista/26 - 06.02.2025
In coconduzione come di consueto il responsabile comunicazione PD Roma Simone Plebani. Ospite della puntata Flavio Conia, capogruppo PD in assemblea municipio VIII nonché Responsabile Cultura PD Roma. Tema principale della puntata la questione dei cinema a Roma: oggi in città sono attive e funzionanti 41 sale cinematografiche, di cui 2 sono cinema d'essai, per un totale di 216 schermi. Spettatori e incassi in calo da anni, concorrenza spietata da parte delle piattaforme digitali hanno messo a rischio il futuro dei cinema, che negli ultimi 15 anni sono diminuiti costantemente.
C'è una legge regionale, già approvata dalla giunta di Francesco Rocca ad agosto 2024, che potrebbe permettere ai cinema, sale teatrali e centri culturali chiusi di essere trasformati in centri commerciali o sale biliardo o altre attività. Si tratta della proposta di legge 171, promossa dall’assessore all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli, intitolata "Semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio". Interviene su diverse leggi riguardanti la pianificazione urbanistica e riguarda in particolare le regolamentazioni inerenti a teatri, cinema e centri culturali polifunzionali. Le modifiche proposte stravolgerebbero radicalmente le disposizioni in materia di cinema e audiovisivo introdotte dalla precedente amministrazione regionale a guida Zingaretti, alterandone gli equilibri e, in alcuni casi, sovvertendo del tutto l’impianto normativo.
Fino ad ora questo processo era stato impedito dalla legge regionale che consentiva l’esercizio di attività commerciali, fino ad un massimo del 30 per cento della superficie complessiva dei cinema e dei teatri, "purché tali attività fossero svolte unitamente all’attività prevalente". La "rifunzionalizzazione" permetterebbe di destinare "fino al 50 per cento della superficie di progetto ad attività commerciali, quali bar, ristoranti, tavole calde, sale da thè, librerie, palestre ed attività ad esse assimilabili", attività che per la legge oggi vigente dovevano rimanere in un range del 35 per cento della superficie totale del cinema o del teatro. Sul tema interviene nel corso della puntata il consigliere regionale PD Massimiliano Valeriani, che fornisce un quadro preciso della problematica, sottolineando in modo efficace la ricaduta negativa sul piano urbanistico della ipotesi sostenuta dal governo regionale guidato da Rocca. In questi giorni sono in corso incontri tra regione, amministrazione comunale, associazioni di categoria, per trovare una soluzione condivisa, che certo non può aprire la strada a una mutazione che ci metta davanti al fatto compiuto di vedere luoghi storici della cultura quali le sale cinematografiche in fast food o altre attività commerciali a sfondo non culturale. Conia sottolinea la valenza sociale della presenza di luoghi di aggregazione culturale, e l'importanza della presenza sul territorio in modo più ampio possibile di questi spazi. All'estero, ma anche nella nostra città (ad esempio il Cinema Troisi) esistono esempi di come uno spazio cinema possa evolvere senza perdere la vocazione culturale, pur affiancando attività diversificate. Conia evidenzia anche la maggiore attenzione della attuale amministrazione comunale ai temi culturali legati ai territori, come testimoniato in concrete dai fondi destinati ai municipi per attività culturali, in evidente crescita rispetto alle amministrazioni degli ultimi 15 anni. Ancora una riprova - come in tutte le puntate del nostro contenitore - dell'esistenza di un "modello Roma" di governo della cosa pubblica alternativo a quello della destra.