Joan Didion ha esercitato uno sguardo critico sul proprio paese e su se stessa fin da quando pubblica il suo primo romanzo, Run River (1963), in cui una famiglia della California si scontra con la fine del sogno americano dei pionieri. Lo stesso vuoto verrร poi descritto nei reportages che compongono Verso Betlemme (1968), in cui Didion profetizza, in riferimento alla societร americana, โthe center will not hold/il centro non reggerร โ. Tramite un linguaggio preciso e una narrazione in soggettiva, Didion inventa un nuovo modo di essere scrittrice e giornalista, coinvolta e al contempo molto distante dai suoi soggetti. Con Lโanno del pensiero magico (2005) e lโesperienza della perdita, questa postura diventa anche magica, richiedendo alla scrittrice lโesercizio di critica su se stessa e i suoi sentimenti.
A cura di Camilla Pietrabissa
Camilla Pietrabissaย รจ ricercatrice precaria in storia dell'arte moderna. Insegna all'Universitร IUAV di Venezia, dove studia il rapporto delle immagini con le questioni urbane e ambientali, dal Settecento a oggi. Ha pubblicato il libroย Disegni di natura urbana. L'immagine dei dintorni di Parigi nel primo Settecentoย (Torino, 2021). Collabora con artisti contemporanei per la curatela di mostre e scrive testi per loro, alcuni dei quali si trovano online suย Antinomie.it.