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8 - Vorrei trovare qualche paragone per lumeggiare alquanto quel che dico. Ma credo che non ve ne siano di adatti. Tuttavia, eccone uno.Voi entrate in una di quelle sale che hanno i re o i gran signori, e che credo si chiamino camerini, dove si conservano innumerevoli cristalli di vario genere, terrecotte e molti altri oggetti, disposti in tal modo che, appena entrati, si vedano subito.Fui introdotta in una di queste sale in casa della duchessa d'Alba, presso la quale i Superiori mi avevano comandato di fermarmi durante un mio viaggio dietro istanza della medesima.Appena entrata, rimasi molto sorpresa, e domandandomi a che fosse utile quell'ammasso di cose, vidi che tanta diversità di oggetti poteva servire per lodare il Signore.Ma ora sono molto contenta di potermene giovare nella presente circostanza. Mi sono trattenuta là dentro per un bel pezzo, ma vi era tanto da vedere che dimenticai subito ogni cosa: non mi rimase memoria di alcun oggetto, come se non li avessi visti, per cui non saprei dire come fossero. Mi ricordo soltanto di averli veduti.Così qui. L'anima è divenuta una cosa sola con Dio, e si trova nella stanza del cielo empireo che dobbiamo avere nel nostro interno, perché se Dio risiede in noi, è chiaro che di queste mansioni ne abbiamo almeno qualcuna.Ora, se il Signore non svela all'anima i suoi segreti tutte le volte che essa è in estasi, bastandole soltanto il gran bene di rimanere assorta nel godimento di Lui, talvolta però si compiace sospenderle quel godimento affinché dia una rapida occhiata a quanto vi è nella stanza. E allora ella ritornando in sé, riporta l'impressione delle grandezze vedute, senza che tuttavia ne sappia dire qualche cosa, e senza che la sua natura possa arrivare più in là di quanto il Signore le ha voluto soprannaturalmente far vedere.9 - Ho detto vedere: dunque, è visione immaginaria? No, io non parlo che di visioni intellettuali, ma siccome sono ignorante, la mia rozzezza non si sa meglio spiegare.Perciò, se di questa orazione ho detto qualche cosa che va bene, è chiaro che non è venuto da me.Se in questi rapimenti l'anima non intende alcun segreto, ritengo che non si tratti di veri rapimenti, ma di certe debolezze naturali che sogliono venire alle persone di gracile complessione, come sono le donne, le quali, appena lo spirito supera con un po' di forza il naturale, rimangono così assorte, come mi sembra di aver detto parlando dell'orazione di quiete.Questi fenomeni non hanno a che fare con i rapimenti, perché in questi, credetemi, Dio rapisce a sé tutta l'anima e le mostra una qualche piccola porzione del regno che le ha acquistato, come a sua sposa e proprietà.La quale porzione, per piccola che sia, è sempre immensa, come tutto quello che vi è in un Dio così grande. Egli intanto non vuol disturbo di cosa alcuna, non dalle potenze, né dai sensi.Perciò, ordina che si chiudano le porte di tutte le mansioni, lasciando aperta soltanto quella in cui Egli abita, acciocché l'anima vi possa entrare.Sia benedetta una così grande misericordia! Con quanta ragione sarà maledetto chi non vorrà giovarsene, perdendo Dio per sempre!10 - Ah, è un nulla, sorelle, quello che abbiam lasciato! È un nulla quello che facciamo o possiamo fare per un Dio che così si comunica con un verme!E se un tanto bene possiamo sperarlo fin da questa vita, che facciamo, sorelle, in che ci fermiamo? Che cos'è che ci distrae dal cercare questo Signore, come la sposa per le vie e per le piazze?Ah, che tutto è illusione nel mondo se non ci aiuta a fare questo! Anche se i suoi piaceri, ricchezze e godimenti durassero per sempre, e fossero tanto numerosi da superare ogni immaginazione, non sarebbero che sterco è schifezza, paragonati ai tesori che si hanno a godere senza fine.Eppure, nemmeno questi possono reggere al paragone di possedere il Signore di tutti i tesori, del cielo e della terra.