Consapevolezza e benessere emotivo, ciao a tutti e ben ritrovati, la puntata odierna è interamente dedicata al respiro, una delle nostre funzioni vitali che distribuisce ossigeno ed energia all’organismo liberandolo poi dalle scorie. Abbiamo sottolineato più volte che il respiro non è un evento mentale ma un vero e proprio dato di realtà, il respiro esiste ed opera nel momento presente, mentre inspiriamo introducendo l’ossigeno nel corpo, e quando espiriamo eliminando l’anidride carbonica. Ed ecco perché la focalizzazione sul respiro è il modo più semplice e immediato per ancorarsi al presente, superando momenti di difficoltà emotive legati a pensieri sul passato o sul futuro. Il respiro è fondamentale nelle meditazioni di Consapevolezza, che vedremo nella prossima puntata, quando parleremo di Mindfulness. Il neuroscienziato Norman Farb, nel 2007 a Toronto, ha verificato che il respiro profondo attiva maggiori insight sulla realtà che ci circonda, ovvero ci aiuta a cogliere più dati di realtà, perché la sua regolarità aiuta a focalizzare l’attenzione. Il respiro è inconfutabile, ogni volta che, durante la nostra quotidianità o durante un esercizio, la mente viene invasa da pensieri disturbanti, è possibile ricentrarsi dedicando attenzione per pochi istanti all’aria che entra e che esce. Nel nostro vivere quotidiano, in prossimità di eventi particolarmente stressanti, praticare un semplice esercizio dedicandosi esclusivamente al respiro, focalizzando inspirazione ed espirazione, anche per soli 3 minuti, può diventare un vero e proprio rimedio di emergenza (un rescue remedy), facendoci superare possibili ansie. Un esercizio che possiamo praticare più volte durante la giornata, uscendo così dai nostri piloti automatici, riconoscendo così e accettando l'esperienza in corso. E tutto ciò solo portando attenzione per pochi minuti al respiro, senza assumere ansiolitici! Pochi minuti di respirazione naturale, in piena consapevolezza, quindi sgomberando la mente dai pensieri disturbanti, e riempiendola del solo respiro, focalizzando con attenzione l'aria che entra attraverso le narici, e che ne esce. Inspiro, pausa, espiro, pausa. Cinque minuti sono mediamente sufficienti per 60 profondi respiri, o meglio detto, per 60 cicli di respiro (non prendete però in modo ossessivo il numero per favore, non è necessario contare!). Prima di una situazione ansiogena (riunione di lavoro, esame, incontro, viaggio), sediamoci da qualche parte e respiriamo consapevolmente per 5 minuti. Ritroveremo la calma, la concentrazione e risulteremo più radicati nella successiva situazione da gestire. Provare per credere! Avremo fatto così una semplice meditazione di Consapevolezza, radicati nel presente, con intenzione, focalizzati sul respiro, svuotando la mente dai pensieri negativi e sospendendo il giudizio. Anche al mattino, prima di uscire di casa, e alla sera, rientrati a casa, prendiamoci qualche minuto per un esercizio semplice di meditazione di consapevolezza sul respiro. Sediamoci in posizione comoda, meglio su una sedia, con la schiena eretta, i piedi ben piantati, chiudiamo dolcemente gli occhi, percepiamo per qualche istante il contatto del nostro corpo con la seduta e con il pavimento, e cominciamo a respirare. Alla fine riapriamo dolcemente gli occhi. Percepiamo e godiamo per qualche istante la piacevole sensazione di rilassamento e centratura. E cominciamo oppure chiudiamo bene la nostra giornata. La saggezza popolare conosce da sempre come il respiro abbia il potere di rilassare, di portare riposo e di rigenerare. In modo innato sbuffiamo quando non ce la facciamo più, facciamo un respiro profondo quando qualche emozione prende il sopravvento, respiriamo in libertà a pieni polmoni quando siamo felici. Il respiro è dunque parte naturale del ben-essere psicofisico, è lo specchio del nostro stato d’animo, delle nostre emozioni. Ciascuno dei nostri stati d’animo, ciascuna delle nostre emozioni è legata ad un ritmo specifico del respiro: se siamo felici il respiro è lungo, espanso e pieno; se siamo tranquilli e distesi, il respiro fluisce quasi impercettibile; se siamo in preda a forti emozioni di ansia o rabbia il respiro diventa veloce e corto sino a portarci a momenti di apnea. Dunque, se ad ogni emozione corrisponde un modo specifico di respirare, imparando a cambiare il respiro, in modo volontario, possiamo facilitare il cambiamento dell’emozione. Attraverso il ritmo del respiro possiamo riarmonizzare tutti gli altri ritmi: del corpo, dei pensieri, delle emozioni, del nostro essere. La testa diventa fresca e leggera e ci liberiamo dallo stress causato dalle emozioni negative. È così che l'attenzione al nostro respiro diviene una tecnica particolarmente rilevante, in quanto un aspetto fondamentale della guarigione del corpo e della mente comporta il cambiamento del modo in cui respiriamo! Esercitare la consapevolezza del nostro respiro ci obbliga a stare radicati nel momento presente, che costituisce la chiave di tutte le nostre trasformazioni interiori. Scrive Ulrich Leonard Tolle, scrittore tedesco, nato a Lunen nel 1948, attualmente residente in Canada nel suo libro “Il potere dell’adesso”:
"Sei stressato? Sei così occupato a raggiungere il futuro che il presente si riduce a un mezzo per arrivarci. Lo stress è provocato dall'essere qui e desiderare di essere lì, o nell'essere nel presente ma desiderare di essere nel futuro. È una frattura che ti lacera dentro. Generare una simile frattura e poi viverci dentro è follia. Il fatto che lo facciamo tutti non lo rende meno folle." Spesso non ci rendiamo conto di possedere un solo momento per vivere. Può essere piacevole o non piacevole, ma solo accettandolo in modo radicale riusciremo a percepirne la verità più profonda, e quindi a viverlo nel modo migliore, aprendo tutti i sensi a raccogliere quanto ci perviene dal mondo, prendendo decisioni ed agendo positivamente per il nostro benessere. Nella società contemporanea la follia del non avere un attimo di respiro viene considerata spesso segno di sanità mentale. E pensare che per riallinearsi basta un attimo, proprio quell'attimo lì. E impareremo così a prendere respiro, e a cogliere tutte le ricche possibilità che sono offerte da ogni momento vissuto consapevolmente. Come dice Jon Kabat-Zinn, "possiamo correre il rischio di essere così pazzi da essere sani di mente?". Mark Krasnow, biochimico di Stanford, ha individuato le componenti fisiche dell’effetto calmante del respiro, ha scoperto un collegamento diretto tra i neuroni che regolano il respiro (nel complesso pre-Botzinger del tronco encefalico, che si attivano ricevendo segnali sulla presenza di ossigeno e di anidride carbonica) e il locus ceruleus della corteccia cerebrale (che la meditazione e lo yoga pongono in uno stato di calma). I neuroni della centralina del respiro danno l’input all’inspiro regolare, il locus ceruleus spingerebbe invece ad accelerare per attivare la mente, ma ci sono meno di 200 neuroni (chiamati neuroni pranayama) che collegando i due centri, quando meditiamo, sono in grado con un respiro profondo volontario di porre in stato di calma il locus ceruleus! Concludiamo questa puntata sul respiro con un piccolo esercizio da praticarsi al momento del risveglio. Ci consentirà di essere più rapidi nella focalizzazione durante le attività quotidiane, e di avere un migliore radicamento. Al risveglio, richiudiamo gli occhi per qualche minuto e, come si dice in gergo tecnico, meditiamo radicati sul nostro respiro. Con semplicità, poniamo attenzione consapevole all'aria che entra ed esce dalle narici, senza forzatura alcuna, riempiendo la mente con gratitudine del solo atto del respirare. E attendiamo il primo evento mentale che viene ad interrompere questa attenzione focalizzata, sia esso un suono, un odore, un pensiero, una emozione, accogliendolo con grande disponibilità, soffermandoci per qualche istante, per lasciarlo poi andare a confondersi nel mare di eventi in attesa di emergere durante la nostra giornata. Il primo evento, mi raccomando! Saremo così pronti per una giornata ricca di momenti di attenzione consapevole. Alla prossima puntata dedicata alla Mindfulness!