Consapevolezza e benessere emotivo, ciao a tutti e ben ritrovati, oggi parleremo di Mindfulness Consapevolezza è una traduzione italiana del termine Mindfulness (con il significato di stare nella pienezza della propria mente), introdotto negli anni '70 dallo psichiatra americano Prof. Jon Kabat-Zinn (nato a New York, il 5 giugno 1944, ha insegnato alla Medical School, University of Massachusetts, USA), come insieme di esercizi e tecniche adatti per pazienti depressi, inseriti poi anche nel programma Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), un protocollo psico-educativo in 8 incontri a cadenza settimanale, integrati da esercitazioni da fare a casa. MBSR offre a chi partecipa un modo nuovo di affrontare lo stress, la sofferenza fisica e psicologica e i problemi quotidiani. La pratica della Mindfulness aiuta a vivere in modo più consapevole e soddisfacente, utilizzando risorse personali e coltivando una piena attenzione al momento presente. Come dice Kabat-Zinn “You can’t stop the waves, but you can learn how to surf” (non puoi fermare le onde, ma puoi imparare a navigare). Il termine inglese mindfulness è a sua volta la traduzione del termine “sati”, che nella lingua indiana Pali (lingua liturgica del Buddhismo) descrive una particolare modalità di prestare attenzione al momento presente, con atteggiamento aperto, curioso e non giudicante (“attenzione consapevole” o “attenzione nuda”). Sati è un concetto tramandato da Buddha insieme ad altri suggerimenti destinati ad alleviare la sofferenza umana. Mindfulness non riguarda in senso stretto la meditazione, ma un atteggiamento generale verso la vita. Nella nostra versione occidentale la mindfulness è diventato un allenamento quotidiano grazie ad alcune tecniche meditative che hanno lo scopo di incrementare la capacità di prestare attenzione alla propria esperienza esattamente per come si presenta. Ion Kabat-Zinn ha studiato per anni con i pazienti depressi la pratica della Mindfulness, verificando che consente di superare i momenti di sofferenza emotiva. Il protocollo MBSR di otto settimane per la riduzione dello stress, è oggi noto in tutto il mondo. Parlando delle origini della Mindfulness, dobbiamo però ricordare anche Ellen Jane Langer (nata a New York, il 25 marzo 1947), una psicologa statunitense, che nel 1981 fu la prima donna a conseguire una cattedra di Psicologia all'Università di Harvard, nota come “mother of Mindfulness". Il termine fu da lei coniato nel suo primo libro pubblicato nel 1989, con il significato di “consapevolezza”. La Langer Mindfulness Scale è tra l'altro ampiamente usata nella ricerca psicologica moderna. Per Ellen Langer sviluppare e accrescere la Mindfulness significa conservare nel tempo un elevato grado di concentrazione, coltivare l’attitudine a mantenere il contesto circostante sotto controllo, capacità cognitive che ci permettono di ridurre la possibilità di commettere errori (Langer, 1997). Concetti ben presenti nella mia proposta di Consapevolezza. Mindfulness è quindi una modalità di prestare attenzione, momento per momento, nell'hic et nunc, in modo intenzionale e non giudicante, al fine di risolvere (o prevenire) la sofferenza interiore, e raggiungere un'accettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza, che comprende: sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni. Migliorare questa modalità di prestare attenzione permette di cogliere, con maggiore prontezza, il sorgere dei pensieri negativi che sono spesso causa del malessere emotivo. La padronanza dei propri contenuti mentali e degli stili abituali di pensiero (capacità di automonitoraggio e metacognizione) permette inoltre maggiori possibilità di esplorazione, espressione e cambiamento. L’efficacia dei trattamenti mindfulness si basa su alcuni meccanismi cognitivi d’azione, stimolati con numerose esperienze meditative, e stiamo parlando principalmente di: - cambiamento cognitivo e decentramento (modificare la valutazione cognitiva del contesto e l’atteggiamento verso i propri pensieri); - autocontrollo (riconoscimento dei primissimi segnali relativi a problemi clinici per favorire risposte adattive); - stato di rilassamento (abbassa i livelli di ansia e stress insegnando ad osservare in modo non giudicante e a rimanere in contatto con i vari fenomeni); - accettazione (accettare i sintomi fisici ed emozionali senza cercare di modificarli o evitarli). In conclusione, la Mindfulness non propone di sfuggire o eliminare i pensieri, le emozioni e i sentimenti, ma propone di adottare una strategia volta a non tralasciare la “vita che accade”, rivolgendo l’attenzione consapevole alla propria personale esperienza di “adesso”, qualunque essa sia. Come dice Ion Kabat Zinn, esiste un solo modo per convincerci che vale la pena di praticare con costanza e impegno la Consapevolezza, pensare che la nostra vita dipenda da ciò.
Come ripeto ai miei pazienti quando parliamo di esercizi, solo così avremo energia e motivazioni sufficienti a farci trovare il tempo nelle nostre giornate per gli esercizi di meditazione.
I risultati alimenteranno poi il desiderio di pratica, con l'aumento della determinazione a vivere liberi dai nostri condizionamenti, desideri e attaccamenti, portatori con le loro trappole mentali, di quella sofferenza emotiva che spesso ci porta poi a chiedere aiuto.
La pratica diventerà allora sempre più la vita stessa, e il luogo degli esercizi di meditazione sulla attenzione focalizzata, sarà l'intero panorama esterno raccolto dai sensi, e quello interno degli eventi mentali. Apprenderemo così a vivere la vita, istante dopo istante, con pienezza e gratitudine, godendo di una immagine, di un profumo, di una conversazione, di un pensiero, ma anche del vuoto e del silenzio, e la Vita sarà il nostro unico Maestro con il suo programma di studi personalizzato. I numerosi esercizi meditativi per esercitare la Consapevolezza hanno tutti una base comune determinata dalla attenzione al respiro, che aiuta a raggiungere una buona presenza mentale da dedicare alle successive personalizzazioni, spesso dedicate all’utilizzo dei cinque sensi. Ci salutiamo con un piccolo gioco verbale.
Una mente piena (Mind Full) di pensieri, ricordi, emozioni, anche quando non servono, disperde energie, non focalizza, non è efficace. Una mente piena dell'istante (Mindful) è invece pronta e presente. Alla prossima puntata.