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Prendo spesso il treno, la mattina presto, insieme agli studenti. Non più tutti i giorni per fortuna: alla fine dopo trentacinque anni di lavoro un po’ di vantaggi a favore del mio benessere li ho guadagnati. Così, non vivendolo più come uno stress quotidiano, questo piccolo viaggio settimanale è diventato qualcosa di piacevole, una delle occasioni che ho per osservare ed entrare in contatto con il resto dell’umanità. I mezzi pubblici sono un buon spaccato della società e se sei un osservatore c’è tanto da vedere, da studiare. Dicevo che salgo in treno insieme agli studenti, soprattutto delle medie superiori, gli universitari sono molti di meno alle 7,30 e mi fa sorridere pensare che oggi io sono uno di quegli anziani che da ragazzino osservavo con distacco, come se quelle persone così vecchie, molto più grandi dei miei genitori, non mi riguardassero. Me laricordo questa cosa e oggi un po’ la percepisco nei loro sguardi. Non c’è ancora accondiscendenza negli sguardi dei ragazzi perché sono ancora prestante, ma è chiaro che mi guardano come se appartenessi ad un altro pianeta. Ed èanche giusto che la pensino così, perché rispetto a loro, la mia è una generazione di reduci...