Ero un ragazzo. Avevo vent’anni. Fiero del mio giubbotto di jeans Levis azzurro chiaro, t-shirt bianca, salii su un treno che mi portava a Firenze senza particolari aspettative e con le cuffiette del mio walkman addosso ascoltavo The Joshua tree degli U2 mentre fuori dal finestrino scorreva la campagna della pianura padana. Stavo andando alla Scuola di applicazioni dell’Aeronautica Militare così, con leggerezza, convinto che sarebbe stata un’esperienza temporanea e non decisiva per la mia vita. La prima settimana fu davvero traumatizzante. Non passava minuto durante il quale io non mi chiedessi “perché?”, “chi me lo ha fatto fare?”…