I versi che ho rubato al vento (Marcella Boccia)
Ho rubato al vento i suoi versi segreti, quelli che non ha mai sussurrato all’orecchio del giorno, quelli che tremano nelle sue vene invisibili e scompaiono prima che qualcuno li ascolti. Sono parole che non hanno né nome né volto, scomparse nei vuoti delle notti insonni, nascoste sotto la pelle delle tempeste. Le ho raccolte come frammenti di un respiro dimenticato, come briciole di un sogno che nessuno oserebbe raccontare. Il vento non parla, ma ha voci che fanno male, che urlano nel silenzio del mondo, e io le ho rubate, perché il silenzio è la mia casa e il vento è il mio compagno di solitudine. Le ho preso tra le mani, le ho strette con la forza di chi sa che ogni parola non detta è una ferita che non si rimargina. Eppure, nessuno le ha viste, perché nessuno può fermare il vento quando decide di parlare senza voce, quando decide di raccontare ciò che non si può dire. I versi che ho rubato sono scarpe rotte, camminano su strade che non esistono, lasciando impronte di polvere sulle rive di un mare che non ha più orizzonte. Ogni parola è una promessa spezzata, un'eco di un amore che non è mai nato, un grido che non ha trovato orecchie. Sono versi che non vogliono appartenermi, ma che si sono infilati nelle fessure del mio cuore, sotto la mia pelle, come un veleno che non smette di scorrere. Ho rubato al vento ciò che non mi appartiene, e ora quei versi sono una parte di me, una parte che mi sfugge, una parte che mi brucia, come il ricordo di qualcosa che non ho mai vissuto. Eppure, continuo a scrivere con loro, continuo a parlare con la loro assenza, perché in quel vuoto, in quella rottura tra parola e silenzio, c’è la verità che nessuno può vedere. I versi che ho rubato al vento sono il mio dolore più dolce, sono l’ombra che cammina accanto a me, sono la luce che non trovo, il respiro che non posso trattenere. E quando mi guardi, non vedi altro che una donna che porta con sé i sogni rubati, i versi che il vento ha perso e che io, in un angolo oscuro, ho fatto miei.