IL RESPIRO DELL’UMANITÀ PERDUTA (Marcella Boccia)
Nel respiro dell’umanità,
persa tra le rovine del suo stesso cuore,
c’è un sussurro che si spegne,
un sogno che svanisce senza lasciare traccia.
I volti, una volta pieni di speranza,
ora si confondono con il grigio delle nuvole,
mentre il vento, silenzioso e crudele,
soffia via le parole che nessuno ascolta più.
Abbiamo dimenticato le promesse,
le mani tese verso un futuro migliore,
le anime che sognavano di danzare
sotto cieli puri e inviolati.
Ora, camminiamo nel buio,
attraverso strade di cemento e morte,
dove l’unico respiro che resta
è quello di un mondo che non sa più respirare.
Ogni respiro è un grido soffocato,
ogni battito del cuore un ricordo di ciò che eravamo,
quando la terra era viva sotto i nostri piedi
e l’amore era più di un’illusione.
Ora, il nostro respiro è vuoto,
perché non c’è più aria che ci possa salvare,
e le mani che una volta toccavano il cielo
sono ora vuote,
stanche,
ferme.
Siamo l’eco di una grande perdita,
un’umanità che ha smarrito la sua strada,
che ha perso il suo senso,
che ha distrutto la terra e se stessa
nella follia di un progresso cieco.
E ora, il respiro che ci rimane
è quello dell’umanità perduta,
un respiro che non troverà mai pace,
né redenzione,
né ritorno.