Ho bussato alla porta dell’inferno
Ho bussato alla porta dell’Infernocon le nocche spezzate,con il fiato corto e le ginocchia sbucciate,eppure non mi hanno aperto.Forse mi hanno riconosciuta,figlia del fuoco e della cenere,nata con le costole incrinatedal peso di troppi inverni,cresciuta a pane raffermo e paura.Ho bussato ancora, più forte,ma il Diavolo ha riso dietro la soglia:«Tu non hai bisogno di entrare,l’Inferno lo porti già dentro.»E allora ho gridato,ho urlato i nomi dei miei fantasmi,ho gettato il cuore contro il legno bruciato,ma nessuno ha risposto.Mi sono guardata le mani,scritte di cicatrici e desideri spenti,e ho capito che non serviva entrare,che il fuoco già mi abitava,che non ero ospite, ma regina.Così me ne sono andata,con l’Inferno cucito addosso,portandolo con me come un mantello,come un segreto,come un destino.
(dal Libro “Cicatrici & tatuaggi, di Marcella Boccia)