Il poeta è un dio minore (Marcella Boccia)
Il poeta è un dio minore,uno scarto di creazione,un angelo con le ali tarateche Dio ha scacciato senza far rumore.Lo trovi nei vicoli di Napolia masticare bestemmietra i panni stesi e il fumo densodei sogni bruciati.Lo trovi sui binari di Bologna,gli occhi fissi sui treni che partono,senza mai salire,perché ogni destinazione è una condanna.Lo trovi nei bar di Torino,a scrivere versi sulle tovaglie di cartamentre gli operai della Fiatalzano bicchieri di vino amaroper mandare giù il turno di notte.Il poeta è un dio minoreperché vede tutto e non salva nessuno.Nemmeno se stesso.Ha le mani sporche di parole,ma le parole non bastanoa ricucire le ferite della terra,a raddrizzare la schiena piegatadi chi porta il peso della Storia.Il poeta è un dio minore,senza tempio né fedeli,senza miracoli da vendere ai disperati.Scrive per allentare il cappio,ma ogni verso lo stringe più forte.Scrive perché la morte abbia un nome,una forma, un volto,e non sia solo un’ombrache aspetta sull’uscio.E quando la notte si chiude come un sipario,quando il mondo si addormenta senza sogni,il poeta resta sveglio,inchiodato alla sua croce di carta,con il cuore che batte troppo forte,con il cuore che batte troppo poco.Perché il poeta è un dio minore,e non ha mai chiesto di essere dio.
(Libro: “Il cappio” di Marcella Boccia)