Santuario delle ombre (Marcella Boccia)
C’è un luogo in Italiache non troverai sulle mappe,una chiesa senza croci,un altare senza fede,dove i santi hanno il volto scarnificatodei poeti morti troppo presto,dove le preghieresuonano come voci spezzatenelle stanze d’ospedale.È il santuario delle ombre,dove il cielo si piega sulla terracome un padre stanco,dove le ciminiere di Tarantobenedicono con fumi nerii polmoni dei bambini,dove i campi di pomodori in Pugliabevono il sudore dei dannatiche non avranno mai un nome.Qui il peccato è nascere fragili,sentire troppo, vedere oltre.Qui la redenzione è un cappioche stringe piano, come una carezza,mentre le madri mettono fiorisulle tombe dei figli ancora vivi.A Genova il mare non riflette più i volti,a Palermo le statue guardano altrove,a Milano le vetrine brillanoper occhi che non possono permettersi niente.E Roma, con le sue rovine,è solo il cadavere di un imperoche nessuno ha sepolto.Nel santuario delle ombrele campane non suonano più.Qui pregano i dannati,i poeti, gli artisti,chi si porta la morte dentrocome un organo in più.E quando la notte soffia via l’ultima luce,restiamo in ginocchio davanti all’altare del nulla,aspettando che Dio si ricordidi averci dimenticati.
(Libro: “Il cappio” di Marcella Boccia)