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Senza dio, senza terra (Marcella Boccia)

Sono nata su una croce d’ulivo,tra l’incenso e il pianto,battezzata in un nomeche non ho mai scelto,in una lingua che non perdonae in una terra che non consola.Mi hanno detto che l’erba del campocresce per volontà divina,che la pioggia è una benedizionee il grano la carne di un dio crocifisso.Ma io ho visto le ossa nei campi,i corpi riversi nei mari,i fiori piegati sotto il passodi chi non tornerà più.Ho camminato tra le cattedralie non ho trovato redenzione.Solo pietra, solo freddo,solo mani giunte a chiedere salvezzaa un cielo di piomboche non ha mai risposto a nessuno.Mi hanno detto che la patria è un grembo,che la bandiera è un sudarioin cui avvolgersi strettiper non sentire il gelo del nulla.Ma io non ho una patria,non ho una terra,non ho un dio che mi chiami figlia.Sono il vento che erode le scogliere,sono l’urlo nella gola del mare,sono la carne che bruciasenza promessa di resurrezione.E se un giorno cadrò,non sarà per inginocchiarmi.Sarà per affondare i denti nella polveree sputare via ogni preghierache mi hanno messo in bocca.Senza dio.Senza terra.Senza catene.Solo il mio nome inciso nel fuoco.

(Libro: “Il cappio” di Marcella Boccia)