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In questa puntata esploriamo Medea. Voci di Christa Wolf, romanzo del 1996 che riscrive il mito di Medea da una prospettiva femminista e politica. Pubblicato all’indomani della caduta del muro di Berlino, Medea di Christa Wolf riflette il disincanto di una Germania riunificata, dove la narrazione dominante marginalizza chi non si adegua. Attraverso una narrazione corale e la riscoperta di fonti pre-euripidee, Wolf trasforma Medea da infanticida a capro espiatorio, incarnazione di resistenza e verità scomoda. Un’indagine potente sulle radici della violenza e sull’eterna ricerca di giustizia. Medea corre ancora tra le strade di Corinto – e tra le nostre domande più urgenti.

I brani di Christa Wolf sono tratti da Medea. Voci, traduzione di Anita Raja, Edizioni e/o, Roma 2009 (prima edizione 1996), pp. 17, 19, 21-25, 29, 56-57, 62, 113, 115-116, 119, 156, 178; e L’altra Medea. Premesse a un romanzo, traduzione di Chiara Guidi, Edizioni e/o, Roma 1999, pp. 11, 23, 27, 64. Vari passi sono tratti da: Giulio Schiavoni (a cura di), Prospettive su Christa Wolf, Milano, FrancoAngeli 1998, pp. 41, 43, 47, 54, 74-75; Annie Goldmann, Le donne entrano in scena. Dalle suffragette alle femministe, Firenze, Giunti 1996, 102; Margherita Rubino, ‘Medea. Voci di Christa Wolf’ in M. Rubino-C. Degregori (a cura di) Medea Contemporanea. Lars von Trier, Christa Wolf, scrittori balcanici, Genova, 2000, p. 4.

Questo podcast è stato realizzato nell'ambito del progetto di Avvio alla terza missione "Voci femminili dall'antichità a oggi" finanziato da Sapienza Università di Roma, in collaborazione con l'associazione culturale Glaucopis. 

Questo episodio è stato scritto da Laura Bigoni e Giulia Fiore. Revisione dei testi a cura di Luca De Curtis, Marta Marucci, Niccolò Cosimo Storto. Musiche originali e montaggio audio a cura di Gilberto Bartoloni. Lettura di Domiziana Scarafoni. Con il supporto alla produzione di Davide Massimo.