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“Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.”
Con questa frase, Gesù rovescia radicalmente le logiche mondane che governano i rapporti umani: la ricerca dei primi posti, la corsa al riconoscimento, la paura di restare invisibili.Il Vangelo di questa domenica si svolge in una scena ordinaria: un banchetto. Ma, come spesso accade, Gesù trasforma un momento quotidiano in rivelazione del Regno. Egli osserva gli invitati contendersi i posti migliori e ne trae un insegnamento che va oltre il semplice galateo: l’umiltà non è un atteggiamento esteriore, ma la verità dell’essere davanti a Dio.
L’umiltà come verità
Nella Scrittura, l’umiltà non è mortificazione o autosvalutazione, ma riconoscere che tutto ciò che siamo è dono. San Francesco d’Assisi lo esprimeva con radicalità: “L’uomo vale davanti a Dio tanto quanto vale davanti a Lui, e nulla di più.”
Così, l’umile non lotta per i primi posti, perché sa che il suo posto è già custodito nel cuore del Padre. L’esempio supremo è Cristo stesso, che “pur essendo di natura divina… svuotò se stesso, assumendo la condizione di servo, fino alla morte di croce” (Fil 2,6-8). È proprio scegliendo l’ultimo posto che il Figlio è stato innalzato dal Padre al di sopra di ogni nome.
La logica della gratuità
Il discorso di Gesù, però, non si ferma qui. Egli aggiunge una seconda provocazione: “Quando offri un pranzo, invita poveri, storpi, zoppi e ciechi.” In altre parole: non limitarti a una logica di scambio, non ridurre l’amore a convenienza. Il Regno di Dio non funziona sul “do ut des”, ma sulla gratuità.
Noi stessi siamo i primi invitati a questo banchetto: poveri e incapaci di restituire, eppure scelti e amati gratuitamente da Dio. La gratuità, allora, non è un optional, ma il cuore del Vangelo.
La sfida per la Chiesa
Questo testo evangelico non interroga solo i singoli, ma la comunità cristiana stessa. Anche nella Chiesa, talvolta, possiamo cadere nella tentazione dei “primi posti”: ricerca di visibilità, prestigio, riconoscimento. Ma Gesù ci ricorda che la grandezza della Chiesa non si misura dal potere, ma dal servizio; non dal primeggiare, ma dal piegarsi.
Una domanda aperta
Il Vangelo, allora, ci consegna una domanda che non possiamo eludere:
Sto ancora cercando i primi posti… o sto imparando a scegliere l’ultimo, lì dove Dio si lascia incontrare?
Perché nel Regno non entrano i più visibili, i più potenti, i più celebrati. Entrano coloro che hanno scelto l’umiltà e la gratuità come stile di vita.