“Se uno viene a me e non mi ama più di suo padre, della madre, della moglie, dei figli… e perfino della propria vita, non può essere mio discepolo.”
Il Vangelo di questa domenica non accarezza, non consola. È parola che taglia, che spoglia, che chiede verità. Gesù non si lascia ingannare dall’entusiasmo delle folle. Sa che lo seguono in tanti, ma non tutti per la ragione giusta. Per questo frena, si volta, e parla con un linguaggio duro, radicale: seguire Cristo significa mettere Dio al centro, al di sopra di ogni altro affetto, progetto, sicurezza.
L’amore radicale che salva i legami
Non si tratta di disprezzare i propri cari. Sarebbe in contraddizione con tutto il Vangelo. Si tratta di riconoscere che solo se Dio è al primo posto, gli altri affetti non diventano idoli ma relazioni vere. Quando Dio non è il centro, perfino l’amore umano rischia di trasformarsi in possesso, chiusura, egoismo.
La croce quotidiana
“Chi non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.”
Gesù non parla di croci inventate, né di penitenze artificiali. Parla della croce concreta che ogni vita porta con sé: ferite, fatiche, perdite, dolori. La vera sequela non è nei giorni facili, ma nei giorni duri. Non quando è conveniente, ma quando costa.
La serietà della scelta
Gesù racconta due parabole brevi ma decisive: un uomo che costruisce una torre, un re che prepara una guerra. Entrambi devono fare i conti. La sequela non è un hobby, non è un contorno, non è un “se mi avanza tempo”. È una scelta che chiede discernimento, maturità, totalità. È mettere tutto in gioco.
Il rischio del compromesso
Noi spesso cerchiamo un cristianesimo “light”: credere senza rinunciare, seguire senza cambiare, amare senza compromettersi. Ma Gesù svela l’inganno: non ci sono vie di mezzo. O Cristo è al centro, o resta ai margini. O è il Signore di tutto, o non è il Signore.
L’amore che costa ma libera
L’amore radicale non è un tirannico “tutto o niente”, ma la verità stessa dell’amore. Come in un matrimonio: non esiste l’amore diviso, parallelo, condizionato. Esiste solo l’amore che dona tutto. Così con Cristo: non basta dirgli “Ti seguo” e poi trattenere pezzi di vita. La sequela vera costa, ma libera. Porta la croce, ma conduce alla risurrezione.
Una domanda che brucia
Alla fine, il Vangelo di oggi ci lascia una domanda che non si può rimandare:
Io, oggi, sono disposto davvero a seguire Cristo… anche quando costa, anche quando non conviene, anche quando chiede tutto?Non è una parola da capire una volta per tutte. È una scelta da rinnovare ogni giorno.