“Siate pronti!”
Non è un ordine dettato dalla paura, ma un invito all’amore vigilante.
Il Vangelo di questa domenica ci chiama a uno stato del cuore che non si misura sugli orologi, ma sulla capacità di rimanere desti davanti al Signore che viene. A Medjugorje — ai piedi di Maria — ho capito una volta di più che la vera vigilanza non è tenere gli occhi aperti, ma il cuore desto. Maria è la Donna dell’“Eccomi”, la creatura che al primo sussurro di Dio spalanca la sua vita senza chiedere garanzie. In Lei, la vigilanza non è ansia per ciò che accadrà, ma amore per Chi sta per arrivare.
La pagina di Luca 12 ci propone immagini potenti: cinture ai fianchi, lampade accese, servi che attendono il padrone al suo ritorno. È il linguaggio del pellegrinaggio: viandanti leggeri, pronti a partire, liberi da zavorre inutili. Ma il nostro stile di vita, spesso, è quello dei collezionisti di sicurezze: accumuliamo, blindiamo il futuro, riempiamo il presente di rumori che ci impediscono di ascoltare.
In Terra di Maria, ho incontrato volti segnati dalla fatica, mani che stringevano rosari consumati, occhi che brillavano di lacrime e speranza. Persone che dicevano: “Ho perso tutto… ma ho trovato Dio.”
E ho pensato che forse il Signore riesce a parlarci davvero solo quando smettiamo di riempire la vita di difese e iniziamo a lasciarla abitare da Lui.Gesù ci avverte: la vigilanza non è semplice attesa passiva, ma farsi trovare all’opera nell’amore. Il padrone che arriva non vuole vedere servi con le mani in tasca, ma con le mani sporche di servizio, con la fedeltà di chi continua a fare il bene anche quando nessuno lo vede.Il Vangelo, oggi, ci costringe a porci una domanda che non si può rimandare:
Come voglio essere trovato?
Con un cuore in pace o pieno di rancore?
Con lampade accese o spente?
Con mani che hanno seminato bene o mani vuote?Questa non è una domanda per “un giorno” indefinito. È una domanda per adesso. Perché la vita può cambiare in un attimo, e il Signore può bussare quando meno ce lo aspettiamo.E allora, come un pellegrino che torna a casa ma non smette di camminare, porto con me — e lascio anche a voi — la domanda più importante di tutte:
Se il Signore tornasse stanotte… mi troverebbe sveglio o addormentato?