C’è stato un momento, all’inizio dell’estate 2025, in cui migliaia di ascoltatori si sono lasciati cullare da una musica nostalgica e leggera, fatta di chitarre sognanti, melodie folk-rock e voci garbate che sembravano sbucare da una vecchia bobina polverosa degli anni Sessanta. Si chiamavano Velvet Sundown, e nessuno sapeva esattamente chi fossero. Solo che c’erano. Su Spotify, su YouTube, sulle playlist rilassate dei pomeriggi pigri. E c’erano con due dischi appena usciti, Floating on Echoes e Dust and Silence, album che sembravano scivolare fuori dal tempo. Ma quella sensazione di déjà-vu perfetto era solo il primo indizio di qualcosa che non tornava.