Il Castello di Montegufoni è stata una delle sedi, individuate dalla Soprintendenza alle Gallerie, per depositare le opere d’arte di musei, chiese e collezioni private fiorentine e salvaguardarle dal pericolo dei bombardamenti
Castello di Montegufoni, luglio 1944 Il giorno 29 andò via la fanteria e fu sostituita dal comando dello squadrone B della Division Cavalry, un reparto motorizzato neozelandese, al quale apparteneva anche l'autoblindo che due giorni prima aveva sparato contro i tedeschi alla casa del Poggetto. Il loro arrivo a Montegufoni è descritto con le parole di Bob Cotterall: “Era una piacevole serata con il tramonto dipinto di rosa e di blu, quando Collins mi interruppe, dicendo: “Ponsoby, vecchio ragazzo, ti rendi conto che in questo castello c'è un immenso patrimonio d'arte? Hai letto dei Sitwell? Bene, questa è la loro casa.” Io lo seguii ed il posto sembrava veramente inglese con i leoni rampanti sugli stemmi. Così entrammo dentro. Il solo occupante sembrava essere un gentile e vecchio italiano con l'aria di maggiordomo. Ci sentivamo come dei barbari in questa casa con la sua atmosfera aristocratica e noi con i nostri rozzi stivali militari. Ammassate alle pareti c'erano dozzine di quadri ed il più grande di tutti era disteso su di un tavolo. Questa immensa tela scura attirò la nostra attenzione. Era là. Io lo conobbi. Io non sono un conoscitore d'arte, ma capìì subito che quello era “La Primavera” del Botticelli. Immediatamente ci rendemmo conto che eravamo in presenza di alcune delle maggiori opere d'arte del mondo e che quel luogo doveva essere immediatamente protetto.”
Lettura tratta dal libro di Andrea Pestelli, “La Primavera del Botticelli nel castello di Montegufoni durante la guerra (1942-1945)”, pubblicato nel 2017
Memorie di Resistenza fiorentina è un progetto, realizzato dal Comune di Firenze, che raccoglie storie di persone che hanno contribuito alla Resistenza delle città con l’obiettivo di promuovere un patrimonio di memoria storica collettiva.