Memorie di Dina Ermini, partigiana sia in Francia che in Italia, segretaria del Comando Generale delle Brigate Garibaldi.
Da un lato sabotaggio nelle fabbriche, dall'altro lavoro nelle strade in difesa dei cittadini, abbiamo fatto degli assalti anche dove c'erano dei razziati, li abbiamo liberati anche nelle strade. Le donne si agganciavano ai camion dei tedeschi e liberavano gli uomini e poi li facevano andare sui tetti. Poi abbiamo creato le squadre, squadre d'assalto, che erano dirette da Anna Nuti, un'operaia della Galileo di Rifredi. Le squadre d'assalto erano piccoline, staccate, perchè erano molto pericolose, una specie di GAP femminili con un'altra mansione. Cambiavano i cartelli indicatori per le strade, contavano i camion dei tedeschi che andavano verso Bologna, seminavano per la strada i chiodi a tre punte, assalivano i magazzini. Negli ultimi giorni abbiamo organizzato l'assistenza ai duecento e più partigiani nascosti a Firenze: poi io sono rimasta tagliata fuori di qua dell'Arno e la direzione di questo gruppo che portava da mangiare ai partigiani, fu data a Iva Rossi, la moglie di Rossi. Per riuscire a lavorare anche con il coprifuoco prendemmo i lenzuoli di casa, ci facemmo delle vestaglie e ci mettemmo dietro una grande croce rossa e anche un fazzoletto in testa con la croce rossa. Susanna Agnelli nel suo libro “Vestivamo alla marinara” dice che incontrava per Firenze delle strane crocerossine: queste strane crocerossine erano delle nostre partigiane con queste vestaglie fatte male, mentre le crocerossine italiane erano vestite tutte di seta e i tedeschi non sparavano.
Lettura tratta dal libro “I compagni di Firenze. Memorie della Resistenza (1943/1944)” pubblicato dall’Istituto Gramsci Toscano nel 1984
Memorie di Resistenza fiorentina è un progetto, realizzato dal Comune di Firenze, che raccoglie storie di persone che hanno contribuito alla Resistenza delle città con l’obiettivo di promuovere un patrimonio di memoria storica collettiva.