Listen

Description

Una delle arrestate è la sorella di Bruno Fanciullacci, partigiano dei Gruppi d'Azione Patriottica (GAP) promossi dal PCI, medaglia d’oro al valor militare e proclamato nel 1944 eroe nazionale dal Comando generale delle Brigate Garibaldi.

Leggiamo le memorie di Dina Ermini, partigiana sia in Francia che in Italia, segretaria del Comando Generale delle Brigate Garibaldi

Il giorno della liberazione dell'Oltrarno gli alleati arrestarono la sorella di Fanciullacci, che era una mia staffetta, e un'altra compagna, anche quella una mia staffetta, perché avevano rapato una fascista. Vennero arrestate e portate al comando, alla villa dell'ex podestà di Firenze, da quelli della Militar Police. Sono venuti a chiamarmi al comando, dicendomi: “guarda Franca, hanno arrestato le due staffette.” Io, insieme a sei o sette di queste nostre compagne, siamo andate al comando ma il comandante che dirigeva la parte già liberata non c'era e ho parlato con un maggiore e con un capitano, reazionari al massimo, e mi dissero: “che cosa vi credete di essere, che cosa credete di fare? Noi siamo venuti qui mica per fare la lotta a Mussolini e al fascismo, siamo venuti qui per fare la guerra, questa ve la vedete voi.” Io gli ho spiegato che una di queste staffette era la sorella dell'eroe Fanciullacci, che il fratello era stato arrestato proprio per una spiata, il meno che potevano fare, era stato quello, perché poi io gli ho detto che avevamo anche la possibilità di farla fuori, perchè era una spia. E poi gli dico: “Se entro le 8 stasera non mi liberate queste due partigiane, io vi do l'assalto al comando. Vi porto seimila donne. È con grande dolore che vi dico queste cose, perchè noi non vogliamo combattere contro di voi ma vogliamo combattere contro i tedeschi, ma voi mi ci portate a questo, non possiamo noi ammettere voi ci arrestiate due partigiane.” Lui disse: “Noi riferiremo al comandante.” Mentre io esco dalla villa, dopo aver discusso per più di un'ora, mentre mi aprono il cancello della villa dell'ex podestà di Firenze, vedo una macchina e da questa macchina scende Potente e mi saluta e dice: “Franca, che cosa fai qui?” Io gli racconto il fatto e lui mi dice “brava” e mi stringe di nuovo la mano “ora io ho l'appuntamento con il generale e parlerò di questa cosa, hai fatto molto bene anche a minacciarlo.” Dopo neanche un'ora, Potente andava lì per discutere per riprendere le armi, per andare a combattere, perché non ci permettevano ancora di combattere. Verso le una e un quarto arriva con una faccia sorridente al nostro comando che era vicino lì, a Porta Romana, e mi dice: “Franca, vittoria. Ho ottenuto che stasera alle otto le due partigiane vengano rilasciate e abbiamo ottenuto anche di riprendere le armi.” La sera alle otto non ne ho portate seimila, ma alcune centinaia e le ho fatte sfilare lungo i muri, perché ci sparavano dalle finestre, e abbiamo aspettato. Non era finito il rintocco delle 8 la sera che le partigiane uscivano.

Lettura tratta dal libro “I compagni di Firenze. Memorie della Resistenza (1943/1944)” pubblicato dall’Istituto Gramsci Toscano nel 1984

Memorie di Resistenza fiorentina è un progetto, realizzato dal Comune di Firenze, che raccoglie storie di persone che hanno contribuito alla Resistenza delle città con l’obiettivo di promuovere un patrimonio di memoria storica collettiva.