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Description

Grazia Apisa legge: Zero di G. Apisa
Musica: Thomas Newman - American Beauty

ZERO

Fin dalla giovinezza
tentai di fare connubi di pensiero
tra coloro che amavo e non si conoscevano
In me uniti, erano già
una sintesi compiuta
Perché tentare sposalizi esterni?
Ma se un'unione è vera e reale
non può che testimoniarsi
dentro e fuori
Così ho fatto sfidando l'anatema
Per utopia, per amore o destino
per disegno divino
Però non ho mai chiesto né voluto
il riconoscimento dell'altro
neppure quello di Dio
Dio è lo Zero assoluto
il niente se non parla già in noi
L'uomo è il pieno
del tempo dello spazio dell'infinito
l'immanenza e la trascendenza
la consapevolezza del tutto
il superamento del limite
Così oggi, nel silenzio del gazebo
nelle voci del mio giardino,
ho visto, come Kaplan, Lorenz Oken
percorrere la Bahnhofstrasse
e filosofare con improvvisa meraviglia
di Dio e dell'uomo
dello Zero e del tutto
e sono rimasta assorta
concentrata nella mia sintesi reale
che non separa più Dio dall'uomo
la materia dallo Spirito
l'Essere dal non-essere
ed ho sentito la voce di Silvia volare
- immanente-trascendente -
volare nel vento oltre l'universo
per le strade dell'infinito
e l'infinito è qui nell'occhio concreto
e nuovo della figlia di Hegel
e dello Spirito Vivente
ed ho pensato che anche Kaplan
anche Oken lo "sanno"
o lo sapranno un giorno concretamente
consapevolmente

Genova, 2004