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Good TimesGood TimesGood times di sabato 16/10/2021Il live dei Butcher Brown al Biko di Milano; Festival delle Colline Torinesi; si possono portare i più piccoli ai musei? Sì! Ne parliamo con Andrea Perin, autore di “Musei e bambini”; Giallocrovi: L'invenzione del suono, di Chuck Palaniuk; andiamo a Bologna per la  BIENNALE DI FOTOGRAFIA INDUSTRIA E LAVORO; Marta Marangoni racconta il libro Milano: Dicono di lei - Elleboro Editore; la ripartenza della rassegna BRUME DELLA RIBALTA a La Scighera, in via Candiani, Milano.2021-10-161h 21Milano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl Corriere della seraIl corriere della sera ha dato lavoro a diversi scrittori nel palazzo di via Solferino. Tra questi Eugenio Montale e Dino Buzzati che ha trasfigurato la vita di redazione nel suo capolavoro Il deserto dei Tartari. "La Fortezza?" rispose l’uomo "quale Fortezza?" "La Fortezza Bastiani" disse Drogo. "Da queste parti non ci sono fortezze" fece il carrettiere. "Non l’ho mai sentito dire." Evidentemente era male informato. Drogo riprese il cammino e avvertiva una sottile inquietudine man mano che il pomeriggio avanzava. Egli scrutava i bordi altissimi della valle per scoprire la Fortezza. Immaginava una specie di antico castello con...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa Braidense"C’era da percorrere un passaggio a volte altissime, in penombra, fiancheggiato da tante statue, calchi o copie cioè di nudi classici, mutili nel sesso quelli maschili, non so se per ira dei compagni di Gesù o se per beffa dei ragazzi che, lì accanto, frequentavano le belle arti. La luce ti coglieva giù in fondo, dove il passaggio buio sbocca nel cortile. C’è subito una fontanella col mascherone che tiene in bocca un tubo ricurvo in giù: tu premi un bottone lì accosto e attingi col ramaiolo di ferro stagnato. Mi fermavo sempre a bere, prima di dare un’occhiata all’...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl Bar Jamaica"Alla fine del 1945 avevamo schiodato a Brera le casse dei libri che tornavano in sede, lavoravamo nel giubilo e nel disordine, fermandoci a leggere accoccolati sui talloni se un testo agognato ci veniva infine in mano. Tornavano a funzionare Pinacoteca Biblioteca, mentre fuori al bar Giamaica, convenivano pittori, fotografi, scrittori. La sera tornavamo a casa sfrecciando per via Brera e via Pontaccio mentre dal Giamaica uscivano Crippa e Dova rincorrendoci, ragazze perbene e perbeniste, con qualche fracassante lazzo". Rossana Rossanda, La ragazza del secolo. ©Elleboro Editore - AA. VV.2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl mito di BreraIl quartiere di Brera, è stato uno degli snodi dei percorsi narrativi del '900, con la sua aura trasgressiva dove si mischiavano artisti, scrittori, poeti, ragazze di vita e fannulloni. L'incrocio dei destini avveniva al bar Jamaica, cuore della movida, che Emilio Tadini paragonava ad un Olimpo minore e Bianciardi descriveva come una cittadella appartata. Lì si incontravano Piero Manzoni, Lucio Fontana, Salvatore Quasimodo, Ugo Mulas, Mario Dondero e tanti altri. A pochi passi la Pinacoteca e la Biblioteca Braidense, meta erudita già dai tempi di Giuseppe Parini era il luogo dove Lalla Romano (che abitava al 17) portava il giovane nipote Emi...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiSan Siro"Quelli che quando perde l’Inter o il Milan dicono che in fondo è una partita di calcio E poi vanno a casa e picchiano i figli, oh yes". Enzo Jannacci, Quelli che. "L’immenso ovale posa sui prati lisci e fangosi, è una forma irreale, folle, nel silenzio doloroso, funebre del giorno che nasce". Pier Paolo Pasolini, La nebbiosa, 1959. "Non credo che esista un altro spettacolo sportivo capace, come questo, di offrire un riscontro alla varietà dell’esistenza, di specchiarla o piuttosto di rappresentarla nei suoi andirivieni, nei suoi rovesciamenti e contraccolpi; e persino nelle sue stasi e ripetizioni; al limite nella sua...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiL'incendio di Via Keplero"Se ne raccontavano di cotte e di crude sul fuoco del numero 14. Ma la verità è che neppur Sua Eccellenza Filippo Tommaso Marinetti avrebbe potuto simultanare quel che accadde, in tre minuti, dentro la ululante topaia, come subito invece gli riuscì fatto al fuoco: che ne disprigionò fuori a un tratto tutte le donne che ci abitavano seminude nel ferragosto e la lor prole globale, fuor dal tanfo e dallo spavento repentino della casa, poi diversi maschi, poi alcune signore povere e al dir d’ognuno alquanto malandate in gamba, che apparvero ossute e bianche e spettinate, in sottane". Carlo Emilio Gadda...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa storia della Laide"Esisteva in Corso Garibaldi, a Milano, un gruppo di vecchissime case addossate le une alle altre in un groviglio di muri, di balconi, di tetti, di comignoli. Dove lo spirito della città antica, non quella dei signori ma quella dei poveri, sopravviveva con una singolare potenza. [...] E fra il numero 72 e il 74 c’era un passaggio sormontato da un arco, una specie di porta che immetteva in uno stretto e breve vicolo. C’era anzi una targa in pietra su cui era scritto: Vicolo del Fossetto. È così angusto l’ingresso della minuscola strada che la maggioranza dei passanti non se n’accorge...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl Cremlino"Quell'arzigogolato castello si riempì d'una turba d'inquilini occasionali maschi e femmine (russi, profughi levantini con berretto basco), greci di Smirne Smirne riconquistata dall'Ataturco, ebrei d'Ucraina, violinisti polacchi, neoungheresi in attesa di divorzio, venditori di tappeti etc. che friggevano le ova in camera da letto e cacavano a turno dentro i pochi cessi disponibili: e di tanto in tanto procuravano anche un pò di lavoro alla Regia Questura, come non ne avesse abbastanza del suo". Carlo Emilio Gadda. La Pianta di Milano. ©Elleboro Editore - AA. VV.2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLe case di ringhiera"Il gran pavese delle mutande, con bindelli, e delle camiciole ad asciugare magnificava la sera, gioioso nel vento; ch'era uno spirante maestro". Carlo Emilio Gadda , L'Adalgisa. "La camera delle Terragni apparteneva alla miglior parte della casa, ma era voltata verso corte e dava con uscio finestra sopra una lunga ringhiera al secondo piano. Sulla ringhiera vicino ma alcuni scalini più basso, la donna gialla, empiva la ringhiera della sua ciccia". Bruno Sperani, La fabbrica "La casa è proprio vecchia, vecchia da far spavento. Anni fa una gelosia l'è crollada e per un pelo non ha tolto di mezzo un inquilino risolvendogli il...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiI NavigliLa zona dei navigli oggi patria della movida, era il quartiere più proletario e bohemien di Milano. Lungo i canali si affacciano i caseggiati di ringhiera che prima delle ristrutturazioni erano l'edilizia popolare dei primi del '900, e celavano, al di là della fac-ciata, cortili interni su cui si affacciano diversi piani di appartamenti collegati l'uno all'altro da stretti ballatoi. Poche stanze senza servizi igienici dove abitavano operai, piccoli artigiani, sartine, ballerine piccoli che ritroviamo nei racconti di Carlo Gadda, di Verga, di Giovanni Testori, Delio Tessa, Dino Buzzati o nelle poesie di Alda Merini. La Merini nacque in via Ma...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl LazzarettoIl Lazzaretto di Milano (se, per caso, questa storia capitasse nelle mani di qualcheduno che non lo conoscesse, nè di vista nè per descrizione) è un recinto quadrilatero e quasi quadrato, fuori della città, a sinistra della porta detta orientale, distante dalle mura lo spazio della fossa, d'una strada di circonvallazione, e d'una gora che gira il recinto medesimo. Così Manzoni descriveva l'ospedale degli appestati, un luogo terribile che resta solo nel nome di una via e in tanta parte della memoria letteraria italiana. "Poi, sul conto di via San Gregorio, c’è stata un’altra scoperta: la scoperta che, per un tratto, la...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiAlla Borsa di Milano"Piazza Affari, sede della Borsa di Milano, non è propriamente un luogo. O meglio, lo è anche, ma dopo. Nel senso che è prima l’ipostasi del business mondiale nel suo periferico ufficio italiano. Poi è anche una delle più imponenti piazze di Milano, con il maestoso, neoclassico palazzo della Borsa, ristrutturato nel 1990, coperto da una vetrata e suddiviso nei recinti dove avvengono le contratta-zioni, con zone per addetti ai lavori e zone aperte al pubblico". Aldo Nove, Milano non è Milano. "Ordinai "Palazzo degli Affari" a un conducente di tassì: il disco rosso di tre semafori, che brutto colore, diobono, ci bloccò tre volte ai più cas...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiPalazzo MezzanotteAzioni, cedole, obbligazioni, contrattazioni, transazioni: Milano è anche la capitale finanziaria d'Italia. E Palazzo Mezzanotte era il suo tempio. Nel grande edificio neoclassico della borsa che domina Piazza Affari, fronteggiato dal gigantesco dito medio dello scultore Cattelan, si consumava, fino a 20 anni fa, il rito della moltiplicazione dei capitali. "Il capitalismo ha leggi di accumulazione, che non mescolano, dividono. Tende a concentrare i ricchi e i poveri (i belli e i brutti, anche); soffoca Milano col suo stesso rigoglio, Milano città santa, città limite, estrema, senza equilibrio e senza pausa. Senza alcuna antitesi esplicita alla tesi del denaro". Ottiero Ottieri, La lin...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiVia Montenapoleone"Bellissima ed elegante, come sempre. Ma il contrasto nasce da ciò che ha rappresentato storicamente quando era il cuore della rivolta delle Cinque Giornate, e ciò che è ora, simbolo e vetrina della moda. Al numero 21 c’è Palazzo Dozzio, che ricorda quei giorni eroici del 1848. Gli insorti avevano trovato l’opposizione degli austriaci, nella prima delle Cinque Giornate, proprio in Via Montenapoleone, ed erano andati a rifugiarsi in quel palazzo, che apparteneva alla famiglia Vidiserti e arrivava dall’altro lato fino a via Bigli. E sempre in quella casa, come ricorda una targa, si riunivano i capi della rivolta. Zone, dunque, di eventi...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa mia strada"La mia strada è privilegiata vi sono interdette le automobili e presto anche i pedoni (a mia eccezione e di pochi scortati da gorilla). O beata solitudo disse il Vate. Non ce n’è molta nelle altre strade. L’intellighenzia a cui per mia sciagura appartenevo si è divisa in due. C’è chi si immerge e c’è chi non s’immerge. C’est emmerdant si dice da una parte e dall’altra. Chi sa da quale parte ci si immerda di meno". Eugenio Montale, Pasquetta "S’inchinano sui balaustri le amiche e guardano il Lago, sognando l’amore presago nei loro bei sogni trilustri. "… se tu ve...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiVia BigliIn questa via riservata e quieta ci sono due palazzi importanti. Uno è quello al numero 21 dove teneva salotto la Contessa Clara Maffei, donna colta e patriottica amata da tanti scrittori. In quel salotto si prepararono le 5 giornate del 1848. E l'altra è al numero 15 dove c'è la casa del premio nobel Eugenio Montale. "Era in Milano un tempio dell'arte e della poesia, ove era un grande onore e una promessa di gloria essere introdotti. Noi avevamo riverito la padrona di casa, creatura di elezione, una delle più adora-bili dame della grande società milanese del secolo scorso, e che doveva sparire, poco dopo, ma av...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl Nabucco"Va' pensiero Dal Nabucco in poi non ho avuto, si può dire, un’ora di quiete. Sedici anni di galera!" Giuseppe Verdi a Clara Maffei "Alle ore della notte tu ti rivolti nel letto e un qualcosa ti opprime: magari la cattiva coscienza, ma è più probabile che sia invece il Nabucco. Tu li senti: la città s'è purgata dei rumori e non più frastorna, con il suo trambusto, il corso delle ta-cite stelle. Allora ti pare di destarti da quella gran pena del vivere, di aver dimesso, risvegliandoti, una soma che troppo faticavi a potarla: e nell'ora buia e silente ti arriv...2020-02-2400 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa porta del teatro"Il teatro alla Scala è il salotto della città. Ci vedremo alla Scala è frase corrente in ogni genere d'affari. Il primo colpo d'occhio fa venire le vertigini. Sono in estasi mentre scrivo queste righe". Stendhal. "Ed ecco i pensieri sgradevoli fuggire via alla vista consolante del fermento alla porta del teatro, delle signore che si affrettavano in un precipitoso ondeggiar di strascichi e di veli, della folla che stava a vedere, delle automobili stupende in lunga coda, attraverso i cui vetri si intravvedevano gioielli, sparati bianchi, spalle nude. Mentre stava per cominciare una notte minacciosa, forse anche tragica, la Scala, impassibile, mos...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa ScalaLa Scala il più grande teatro lirico del mondo che intreccia la sua storia con quella della città. E' il tempio della musica e dello sfoggio della ricchezza, simbolo del potere da riverire o da contestare. È uno dei luoghi da cui si irradia la fama della città e uno dei suoi luoghi letterari. E' passato alla storia il successo trionfale del Nabucco, che decretò la fama immortale di Giuseppe Verdi. Alla sua morte il grande direttore Arturo Toscanini diresse al Famedio del cimitero Monumentale, il coro e del Va pensiero. "Mio caro Peacock ieri sera siamo andati all'opera che è uno spetta...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiAscolto il tuo cuore"Risalivo in quella morbida notte di novembre la via Manzoni al fianco del mio amico Fabrizio, e dolcemente conversavamo, noi membri segretissimi di una civiltà così sottile, che passa tra le gambe delle cose e si espande tra i misteri dell’aria. Il nome del mio amico non è inventato col fine di "stendhalizzare" la nostra situazione, ma reale". Alberto Savinio, Ascolto il tuo cuore città "Erano arrivati, intanto, in quel punto di Via Manzoni, dove, chi viene dalla Scala, ha sulla sinistra i Giardini, sulla destra la Galleria omonima, e davanti la più bella piazza che Milano possegga, con lo sfondo...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiVia ManzoniPoco lontano dalla casa del Manzoni, troviamo la via che prende il suo nome e che ha ospitato e affascinato altri grandi autori. in via Manzoni al numero 5 nacque, nel 1893 Carlo Emilio Gadda, uno dei più grandi scrittori del 900. Autore poliedrico e raffinato Gadda amava profondamente Milano e le dedicò un libro in particolare, L'Adalgisa. Secondo i critici, dopo I promessi sposi, non esiste, nella letteratura italiana, nessuna rappresentazione d'una città così ricca, complessa, variegata, sonora come L'Adalgisa. Percorrendo via Manzoni incontriamo, Alberto Savinio che chiacchiera con un amico che sembra il protagonista del romanzo di Stendhal, La certosa di parm...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiPiazza BelgioiosoAncora pochi passi e siamo in un'altro elegante slargo: piazza Belgioioso dove su un lato, al numero 1 di via Morone, c'è la bella casa di cotto rosso dove visse Manzoni. Un luogo evocativo. "La quieta penombra elegante del carattere milanese si esprime anche nell’indifferenza di piazze di grande decoro architettonico e di piena sobrietà. Piazza Belgioioso, per esempio, è un gioiello, un rettangolo ospitale con il palazzo che le dà nome, la casa del Manzoni". Maurizio Cucchi, La traversata di Milano. "Alessandro Manzoni anch'egli ha il suo colore. È un colore grigio polvere, piuttosto triste. […] Una coroncina del Rosario coi grani piccoli...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLe campane di San FedelePrima di decidere che sono patetico e svenevole ciascuno si fermi presso il muretto contro il quale termina la via Agnello e aspetti che comincino a suonare le campane di San Fedele. Non hanno una voce e una forza speciali. Non suonano neppure in dialetto, come altre campane i cui rintocchi si alternano con singolari capricci, macchè. Il luogo, l'ora, l'atmosfera, la stagione: ecco i motivi che rendono straordinario il discorso delle campane di San Fedele. Sono la vostra città, serve niente? L'algida Milano si raccoglie intorno allo scampanio di San Fedele: L'immensa città senza che nessuno lo sappia, si ran...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiPiazza e Chiesa di San FedeleA due passi dal Duomo c'è una delle piazze più eleganti e quiete di Milano: piazza San Fedele. Prende il nome dalla chiesa, uno dei più importanti esempi di architettura della Controriforma e ospita al centro il monumento di Alessandro Manzoni. La casa dello scrittore lombardo è a pochi passi, in via Morone e questa piccola chiesa fu uno degli ultimi luoghi da lui visitati. Il 6 gennaio del 1873 Manzoni scivolò sui gradini che ne precedono l’ingresso e batté la testa. Soli quattro mesi dopo morì. Ma l'autore de I Promessi Sposi non fu il solo scrittore ad apprezzare l'intimità del luogo. "La ch...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa caffetteria Cova"Quanto a noi, capivamo bene il Cova, che era comodo e caldo e non troppo vivamente illuminato, e rumoroso e pieno di fumo a certe ore, e c'erano sempre delle ragazze ai tavoli e i giornali illustrati su una rastrelliera appesa al muro. Le ragazze del Cova erano molto patriottiche, e io trovai che in Italia le persone più patriottiche erano le ragazze di caffè". Ernest Hemingway, In un altro paese. Il sole tramontava e la giornata diventava fresca. Dopo cena sarei andato a trovare Catherine Barkley. Avrei voluto che fosse qui ora. Avrei voluto esser con lei a Milano. Mi...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa Galleria"Nelle domeniche estive, quando non vado a spasso in automobile sull’autostrada, faccio quattro passi in Galleria. Mi commuove tanto lo spettacolo delle signore a pera sedute ai tavolini dei caffè più importanti del centro. Le signore a pera sono bellissime (io parlo di pere capovolte, con la parte del picciolo in basso) e sono altamente decorative". Giovanni Guareschi, La scoperta di Milano. "Un occhio di stelle ci spia da quello stagno e filtra la sua benedizione ghiacciata su questo acquario di sonnambula noia". Giuseppe Ungaretti, In galleria. "Cagna miseria! Come diceva la Ghita. Denari! tutto sta nei denari a ques...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl salotto di MilanoLa Galleria Vittorio Emmanuele che collega piazza Duomo a piazza della Scala, fin dalla sua inaugurazione nel 1867, fu sede di ritrovo della borghesia milanese tanto da essere soprannominata il "salotto di Milano": è tra i più celebri esempi di architettura del ferro europea e rappresenta l'archetipo della galleria commerciale dell'Ottocento. E qui tra le signore eleganti incontriamo tanti scrittori. Ernest Hemingway in particolare la raccontò in Addio Alle armi. L'americano era arrivato in città nell'estate del 1918 appena diciannovenne, era stato ferito sul fronte del Piave dove era barelliere della Croce Rossa, e fu ricoverato nell'ospedaletto di via Armorari (dove una targa lo ricorda...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiQuando Kafka scopre il vero EdenNell'800 la piazza del Duomo era molto diversa da quella di oggi, era stretta su un lato dal Coperto dei Figini che fu poi abbattuto ed era circondata da quartieri di stradine malfamate tra le quali si nascondevano diversi bordelli. In uno di questi si fermò Franz Kafka. "Andirivieni nelle vie strette delle vicinanze. Sono vie pulite e benché strette hanno più marciapiedi, a un certo punto da una di quelle vie strette vediamo in un'altra che vi sbocca ad angolo retto, all'ultimo piano di una casa, una donna appoggiata alla ringhiera della finestra: Al vero Eden [...] La ragazza, il cui...2020-02-2100 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiGiuseppe Berto e la mondanitàGiuseppe Berto è stata una delle figure più controverse della letteratura del Novecento: ha scritto un libro di enorme successo internazionale, “Il male oscuro”, ma non è stato apprezzato a causa della sua compromissione giovanile col fascismo. Alla fine del ‘65 si trasferì a Cortina con la moglie Manuela. Era amico di Indro Montanelli, con il quale passeggiava. E divenne il re della mondanità degli anni ‘60, la stagione d’oro di Ira Frustemberg e Sharon Tate, di Helmut Berger, Walter Chiari e Vittorio Gassman. Tra feste, flirt, e litigate burrascose riuscì a portare a termine “La cosa Buffa” e, nella villa dei Marzotto scrisse “Anonimo Ven...2020-02-2100 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl Duomo di NotteSono uscito per vedere il Duomo di notte. Meraviglioso. Mi dà più soddisfazione che San Pietro. Effetto delle vetrate in fiamme all'estremità della navata. Sono salito: molto più in basso le persone nelle torrette dall'intricata e scoperta tessitura paiono mosche catturate in una tela di ragno. Potrei benissimo rimanere ospite in cima al Duomo di Milano. Hermann Melville, Journal All'imbrunire ci avvicinammo a Milano e cominciammo a intravedere la città e le retrostanti vette azzurrine. Ma non ci importava nulla di tutto questo, non ci interessava affatto. Non stavamo più nella pelle, c'era da morire se non vedevamo il celebre Duomo...2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa Percezione del DuomoIeri fui sul Duomo, per erigere il quale si costrinse tutta una montagna di marmo ad assumere le forme di peggior gusto. Johan Wolfgang Goethe, lettera L'effetto del Duomo, che perfora l'azzurro compatto con grappoli di guglie abbaglianti, interrotti solo dalla serena profondità di questo cielo italiano, o dal chiaro di luna, quando le stelle sembrano raccogliersi attorno alle sue sculture, va al di là di tutto quanto ritenevo che l'architettura potesse produrre. All'interno, fra le navate dietro l'altare, dove la luce del giorno si fa debole e gialla sotto i vetri istoriati, si trova un luogo appartato che ho sc...2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiIl DuomoIn tanti hanno narrato il gigantesco duomo di Milano, la chiesa più grande d'Italia, con la sua altissima madonnina simbolo della città. Gli scrittori stranieri facevano tappa a Milano durante il Grand Tour d'Italia, solo per vederlo e descriverlo. Stendhal, Lord Byron, Goethe, Dickens, Henry James, Mark Twain, Edith Wharton, Franz Kafka. Umberto Saba gli ha dedicato una poesia. Ma il primo ad arrivare, è il Renzo manzoniano che appena sbucato da corso Vittorio Emmanuele (che allora si chiamava corsia dei servi) assiste all'assalto del vecchio forno del pane, il forno delle grucce, segnalato da una targa… Ma ecco che Renzo si vo...2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiMuseo di Storia NaturaleNei chiari pomeriggi di primavera o di autunno bisogna fermarsi in Corso Venezia, all’altezza del Museo di Storia Naturale, e guardare verso Loreto: si ritrovano le linee purissime dello Sposalizio e il suo purissimo cielo. E aguzzando lo sguardo, si vede anche brillare nel fondo la cima dentata del Resegone. Alberto Savinio, Ascolto il tuo cuore città. ©Elleboro Editore - AA. VV.2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiPorta VeneziaArrivata a Porta Venezia Milano finalmente sorride. Vuol piacere, qui, è simpatica si ha l’impressione di scoprirle le labbra rosse e umide, irresistibili fossette sulle guancie. Una fotografia di me a Milano non la concepisco senza Porta Venezia sullo sfondo […]sarà un caso ma ogni volta che mi sento i baci di una bella donna sulla pelle Porta Venezia c’entra sempre. Spieghiamoci: senza Porta Venezia chi di noi, dovendo pur innamorarsi ogni tanto, o voler bene a se stesso, resterebbe a Milano? A porta Venezia c’è il mare. Non si trova ma c’è. Giuseppe Marotta, A Milano non fa freddo Port...2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiCorso VeneziaAttraverso porta Venezia e il suo lungo corso affiancato dai giardini pubblici è passata la storia di Milano. Nella letteratura è il primo ad attraversarla, quando ancora si chiamava porta Orientale, è Renzo Tramaglino. il protagonista dei promessi sposi si reca nella città devastata dalla peste per cercare la sua amata Lucia, e passando per di qua, incamminato verso il centro scopre i primi segni della rivolta del pane… dopo di lui tanti altri hanno apprezzato, passando lo stile neoclassico dei due caselli e l'orizzonte che si spalanca oltre. Al civico 16 di corso Venezia si trova il palazzo in cui alloggiò Napoleone Bonaparte la prim...2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiCara MilanoCara Milano, il bisogno di scriverti questa letterina d'amore l'ho sentito d'improvviso, una sera dell'attuale severissimo inverno. Era venuto da poco buio: in un minuto, così rapidamente che pensai alla coperta con cui l'assassino appostato soffoca il grido della vittima; io percorrevo arrivando da Corso Vittorio Emanuele, l'ultimo tratto della via Agnello fra botteguccie che mi sono care; un odore di pesce fritto e un odore di forno si acciuffarono per decidere quale dovesse accompagnarmi. Giuseppe Marotta, A Milano non fa freddo. ©Elleboro Editore - AA. VV.2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiMilano BenedettaNon è che dalle cuspidi amorose, crescano i mutamenti della carne. Milano benedetta, donna altera e sanguigna, con due mammelle amorose, pronte a sfamare i popoli del mondo. Milano dagli irti colli, che ha veduto qui, crescere il mio amore, che ora è defunto. Milano dai vorticosi pensieri, dove le mille allegrie, muoiono piangenti sul Naviglio. Alda Merini, Tu sei Pietro. ©Elleboro Editore - AA. VV.2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa Bella Città"Sa che è la più bella città del mondo? Anzitutto è città: quando ci si è dentro veramente si pensa che il mondo è coperto di case... ed è piena del mondo, di tutte le possibilità naturali del mondo". Elio Vittorini, Lettere. "Sì, Milano è proprio bella, amico mio, e credimi che qualche volta c’è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro. Ma queste seduzioni stesse sono fonte, eccitamento continuo al lavoro, sono l’aria respirabile perchè viva la mente. Provasi davvero la febbre di fare; in mezzo a cotesta folla briosa, seducente, bella, che ti si aggira intorno provi il b...2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiLa Brava Gente di MilanoIo non partirei mai da Milano se dovessi dare ascolto al mio penchant. Non ho mai incontrato un popolo che convenga così bene all'anima mia. Quando sono coi milanesi e parlo milanese dimentico che gli uomini sono cattivi, e tutto quello che c'è di cattivo in me si assopisce. L'arte di godere e gustare la vita, mi sembra a Milano due secoli più avanti che a Parigi. Senza il minimo clamore, la brava gente di Milano è probabilmente alla testa della civiltà. Stendhal, Mémoires d'un touriste. ©Elleboro Editore - AA. VV.2020-02-2000 minMilano, dicono di leiMilano, dicono di leiMilano da amareNon è appariscente come Roma o Firenze ma è stata molto amata. Milano ha ricevuto decine di dichiarazioni d'amore dagli autori che l'hanno conosciuta. Dichiarazioni letterarie. Il primo a dichiararsi è stato Henry Beyle, in arte Stendhal che sulla sua tomba ha voluto l'epitaffio "Henry Beyle milanese". "Ho adorato e adoro ancor una donna chiamata Mille-ans" scrisse quando arrivò in città al seguito di Napoleone. Dopo di lui tanti altri grandi scrittori hanno scandagliato le attrattive ambrosiane con sentimenti profondi e complessi. Carlo Emilio Gadda amava e odiava la sua "svergolata Milano", Giovanni Verga ammirava "la città più città d'Italia". Elio Vittorini, Eugenio Montale...2020-02-2000 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiGiuseppe BertoLa stagione invernale consiste in due parti o tronconi nettamente distinti (il natalizio che bruscamente precipita con l’Epifania, e il carnevalesco o febbraio che declina lentamente verso i primi di marzo) con aggiunta un’appendice pasquale. Tra l’uno e altro di questi tronconi di punta vi sono dei buchi paurosi, cioè settimane nelle quali la gente se ne va da Cortina come se all’improvviso vi fosse scoppiata la peste. I reggitori la Magnifica Comunità, gli Albergatori e la Corporazione Maestri di Sci hanno istituito, per tappare questi buchi, le “settimane bianche”, combinazioni a prezzo ridotto tutto compreso che attirano s...2020-02-2000 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiCortina e la stagione invernale"A Hadley e a me piaceva sciare fin da quando l’a-vevamo fatto per la prima volta insieme in Svizzera e più tardi a Cortina d’Ampezzo nelle Dolomiti quando Bumby era già in arrivo e il dottore a Milano, le aveva dato il permesso di continuare a sciare, se io garantivo che non sarebbe caduta. Questo richiese una scelta molto accurata del terreno e delle piste e un’andatura assolutamente controllata, ma lei aveva delle belle gambe straordinariamente forti e un ottimo controllo degli sci, e non cadde mai. Non cadde più di quanto non sarebbe caduta sciando slegata su un ghi...2020-02-2000 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLa neve letterariaLa neve letteraria inizia a cadere a metà del ‘900, quando gli scrittori imparano a sciare, quando Cortina diventa la località turistica invernale più alla moda d’Italia. E cioè dopo le Olimpiadi del ‘56, il primo grande evento sportivo teletrasmesso in tutto il paese. grazie ai nuovi impianti di risalita lo sci perse la dimensione della fatica e divenne l’attività di moda della borghesia. E per alcuni letterati fu un colpo di fulmine, una passione, una malattia. Ernest Hemingway scriveva racconti per i giornali americani sulle sue avventure sulle nevi e poi diversi romanzieri iniziarono ad ambientare sulle piste romanzi e racconti: I...2020-02-2000 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLa Cortina di Alberto MoraviaNel 1924, un diciassettenne tormentato entrava nel sanatorio Codivilla - Putti di Cortina. Era Alberto Moravia e vi rimase un anno per curare la tubercolosi ossea. Fu un’esperienza angosciosa ma creativa che l'autore ha ripercorso nel racconto "Inverno di un malato". Moravia cominciò il suo romanzo di maggior successo, ‘Gli indifferenti’ nel settembre 1925 appena lasciò Cortina. "Per un poco il ragazzo restò immobile ascoltando avidamente i rumori che giungevano dall’esterno; udì così il tintinnio dei sonagli della slitta che portava via il commesso, allontanarsi nella notte gelata e poi morire affatto, udì anche l’uscio della stanza attigua sbattere, e qualcuno parla...2020-02-2000 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLa Cortina di Edward Morgan ForsterEdward Morgan Foster, l'autore di romanzi 'indimenticabili come Camera con vista, Casa Howard e Passaggio in India concepì uno dei suoi primi racconti a Cortina d'Ampezzo, nel 1902: "The eternal moment". La protagonista è Miss Raby, un'anziana scrittrice che in gioventù ha pubblicato un romanzo di grande successo dedicato proprio a Cortina e ci torna dopo vent'anni per constatare come e quanto è cambiata. "Lontano, su per la valle, ondeggiava sulle increspate praterie un grosso borgo, simile a nave bianca sul mare; a prua, di rinforzo a una brusca discesa, si levava maestosa una torre di pietra grigia, nuova nuova. Mentre la guardavano, pres...2020-02-2000 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiCortina quieta e gaia"Cortina è sempre quieta e gaia. Il Posta è l’Harry’s locale. Ho un po’ superato la mia timidezza per I’Harry’s e ormai sono un vecchio habitué o abitante. Qui andiamo tante volte al Posta o al Cristallino. II Cristallino è un po’ troppo pieno di Brusadelli dilettanti e di occasionali Contesse dell’International Sporting House Set che non hanno ancora sparato ai loro amanti, e i camerieri ci vendono Gordon’s gin a Lire 3000 (ma penso che al padrone costi Lire 3200) perché io sono un Notorio Rosso. Qui c’è anche una cameriera che è Deutsche tutta convinta che io faccia parte dell’organizzazione...2020-02-2000 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiCortina D'Ampezzo"Ho un ricordo lontanissimo di Cortina. Del tempo in cui per andarvi bisognava passate il confine. Del tempo in cui vi soggiornavano gli arciduchi austriaci e Francesco Giuseppe, dopo la caccia al camoscio, ricevendo gli omaggi dei capi della vallata, ripeteva immancabilmente sempre la stessa frase: “E stato molto bello e mi è molto piaciuto”. Giovanni Comisso, Gente del cadore, agosto 1886. "Da Cortina D’Ampezzo, bellissima valle italiana nei domini di sua maestà apostolica, faccio sapere ai sigg. Zanichelli che ho fatto un’ottima colazione e che parto per Pieve di Cadore." Giosuè Carducci, Lettere. "Non conosco nulla che possa competere per forma e...2020-02-2000 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLa mondanitàGrandi alberghi e panorami mozzafiato. Funivie e discoteche, paesaggi bucolici e file di macchine. Cortina è stata tante cose a seconda delle epoche, delle stagioni e dei punti di vista. È cambiata e si è ampliata nel tempo, per accogliere un flusso di ospiti via via crescente e non sempre coerente. Aristocratici e borghesi, industriali ed artisti, letterati ed arrivisti, attori e comparse. Tutto ha inizio oltre un secolo fa quando la ferrovia arrivò a Calalzo, soppiantando le carrozze a cavallo, e alcuni imprenditori locali avviarono la costruzione di grandi alberghi: il Cristallo, il Miramonti, il Faloria, il Concordia e il Corona. Cominciò allor...2020-02-1900 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiSan Martino di Castrozza"Che serata incantevole! Oggi sarebbe stata la giornata ideale per una gita alla Capanna Rosetta. Come svetta alto nel cielo il Cimone! Avremmo potuto partire alle cinque del mattino. Natu-ralmente all’inizio, come sempre, non mi sarei sentita bene. Ma mi sarei rimessa in fretta. Non c’è niente di più bello che passeggiare all’alba [...] Alla Rosetta quell’americano con un occhio solo sembrava un boxeur. Forse avrà perso l’occhio in un match. Da sposata mi piacerebbe vivere in America [...] Peccato! Un raggio di fuoco colpisce la vetta del Cimone. Paul la chiamerebbe Alpenglühen, la montagna incendiata". Arthur Schnitzler, La...2020-02-1900 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLo scalatore BuzzatiCom’ero orgoglioso, ragazzino ancora, di avere una mia guida. Di fronte ai turisti che affollavano il rifugio, probabilmente mi davo un sacco d’arie. Ma il mattino dopo di buonora mentre salivo verso la Forcella di Ambrizzola, e dinanzi a me, a tracolla della guida, la matassa della corda dondolava ritmando il lento passo, mi accorsi che dietro di noi, due venivano. Erano i due studenti secchioni che avevo visto la sera prima giocare a scacchi. Ci raggiunsero poco prima della forcella, là dove si lascia il largo sentiero per puntare all’attacco per i ghiaioni. “Buongiorno” — “Buongiorno”. Io chiesi: “Dove and...2020-02-1400 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLa Croda da LagoDino Buzzati fu scrittore, pittore e alpinista. La prima parete che scalò da giovanissimo fu la Croda da Lago, sopra a Cortina d'Ampezzo e riportò quella esperienza in un racconto: I fuorilegge. Poi per tutta la vita, ogni settembre, Buzzati continuò a scalare le Dolomiti in compagnia della guida e amico Gabriele Franceschini. "Dino ricordi la trina preziosa della Croda da Lago con i muti geroglifici segnati sulle pareti. E la Pozza Tramontana ove eri proprio tu il tenente Drogo; spiavo dove guardavi e pensavo che la vita d’ogni uomo fosse il “Deserto dei Tartari”, l’ansia, i timori, le fatue gi...2020-02-1400 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLe tre cime di Lavaredo"Le Tre Cime di Lavaredo sono tra le meraviglie naturali più note nel mondo. Fra il 1915 e il 1917 qul passò il fronte di guerra e di quel periodo rimangono trincee, gallerie, baraccamenti. Le tre cime sono uno dei grandi templi dell’alpinismo classico. Siamo nell’empireo delle Dolomiti sono tre enormi blocchi rocciosi, meravigliosamente regolari, che, da qualunque lato si guardino, sfidano nella loro bellezza qualsiasi confronto. Lo sguardo si inchioda, scosso da stupore, sulla fantastica trinità, sulla divinità Dolomitica suprema. Sono là enigmatiche come sfingi". Antonio Berti, Guida delle Dolomiti Orientali. "Riposai alcuni giorni dopo la scalata della parete nord dell...2020-02-1400 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLa foresta di SomadidaLa Riserva di Somadida è uno dei 130 luoghi protetti dello Stato, collocata tra Auronzo di Cadore e Misurina, sulla destra del torrente Ansiei. Nel 1493 la Magnifica Comunità Cadorina la donò alla Serenissima Repubblica per l’utilizzo del legname, che sfruttò fino a quando passò sotto il dominio francese e poi austriaco. Nel 1972 è stata creata la Riserva Naturale. Qui Ermanno Olmi ha girato il film “Il segreto del bosco vecchio” tratto dall’omonimo libro di Dino Buzzati. Il romanzo narra la storia di un’antica foresta che si difende dalla minaccia di scomparire per la brama di guadagno del proprietario, il colonnello Sebastiano Proco...2020-02-1400 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLago di MisurinaCon Laura ho passato qualche mattina a remare sul lago; in poco più di mezz’ora andando piano se ne fa il giro completo. Io in montagna non faccio neanche un passo a piedi; lascio che le passeggiate le facciano gli altri. Così prendevamo la macchina e facevamo grandi giri, lasciando gli altri alle loro scalate, e a cader giù dalle cime che hanno i nomi di tante disgrazie. Stavamo tutto il giorno insieme, io e Laura, in giro o fermi a parlare intorno al lago, e giù nei bar di Cortina. Non ho preso “la cotta” immediata, no. Solo alla fine...2020-02-1400 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiIntorno al Lago di MisurinaIl grande albergo sulle sponde del lago di Misurina ospitò nel passato diversi turisti illustri. Tra loro Giosuè Carducci, la poetessa Antonia Pozzi, il compositore Gustava Mahler e la scrittrice Vita Sackville West. Passo Tre Croci, 16 luglio 1924. Mia cara Virginia, spero che nessuno abbia mai, o mai lo farà, gettato un guanto che non ero pronta a raccogliere. Mi hai chiesto di scrivere una storia per te. Sulle cime delle montagne e accanto ai laghi verdi, io scrivo per te. Chiudo gli occhi sul blu delle genziane, sul corallo di Androsace; chiudo le orecchie al risveglio dei fiumi; chiudo il nas...2020-02-1300 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiEugenio Montale e il Lago di SorapisIl lago di Sorapis, situato nel massiccio omonimo, tra misurina e san vito di cadore, ha incantato il più grande poeta italiano, Eugenio Montale, che gli ha dedicato un lungo componimento. La poesia ricorda un apasseggiata di 40 anni prima con la moglie morta, Drusilla che il poeta chiamava "mosca" per via degli occhiali. "Non ho amato mai molto la montagna e detesto le Alpi. Tra i laghi solo quello di Sorapis fu la grande scoperta. C’era la solitudine delle marmotte più udite che intraviste e l’aria dei Celesti; ma quale strada per accedervi? Dapprima la percorsi da solo per ve...2020-02-1300 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLe Dolomiti in guerraAdesso l’amore è scomparso da questo immane bacino delle Dolomiti, e l’alpinismo viene compiuto da plotoni di soldati con lo scopo di uccidere e non da individui che danno conferenze nei Clubs Alpini. Qui si affronta il disprezzo immenso di monti, preoccupati soltanto dei loro casi; poiché tra il gelo, la neve e le acque sotterranee, i monti sono sempre affaccendati. Gli uomini, i muli e gli autocarri, sono pure affaccendati; le strade ne pullulano. Essi abitano città costruite entro oscure foreste di pini, e le cui navate rimbombano del rumore del macchinario in azione. Rudyard Kipling. ©Elleboro Editore - AA. VV2020-02-1300 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiLe Marmarole"Le Marmarole “Care al Vecellio”? E perché? Un’espressione fortunata senza dubbio che ci terrà compagnia tutta la vita. Ma ai tempi di Tiziano le montagne, Dolomiti comprese, non interessavano, non esistevano neanche si può dire, erano soltanto delle immense cose incomode e complessivamente ostili. Sono stati i romantici a scoprirle". Dino Buzzati, Ma le dolomiti cosa sono. "Dopo le Marmarole, viene Sua maestà l’Antelao, scortato dalla Torre dei Sabbioni, la cima Scotter, la Croda Marcora, mentre a sinistra comincia a giganteggiare il Pelmo, seduto sul trono come un dio. Lo spettacolo ha questo di drammatico: che la tensione, per così dir...2020-02-1300 minCortina, dicono di leiCortina, dicono di leiSan vito di cadore e le montagne di TizianoFino alla seconda metà dell’800, mentre le Alpi occidentali erano già note agli alpinisti europei le Dolomiti erano semi-sconosciute, non erano neanche sull’itinerario dei grand tourist che dall’Europa calavano in Italia alla ricerca del sublime, con penne e taccuini. Il più famoso di loro, Johann Wolfgang Goethe, nel suo “Viaggio in Italia”, nel 1786, nota, quando passa dal Brennero certe “belle rupi calcari che si presterebbero a studi pittorici”. La costruzione della strada d’Alemagna, agevolò l’arrivo dei primi turisti attratti dall’idea di visitare le terre natie del pittore Tiziano. Per la strada che porta a Cortina salirono poi tanti scrit...2020-02-1300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiLe due torriOltre 150 torri svettavano in città tra il Dodicesimo e il Tredicesimo secolo. Ogni famiglia importante aveva la sua e il prestigio del casato corrispondeva alla grandezza e maestosità della costruzione. Anche gli Asinelli e i Garisenda costruirono le loro torri a perenne memoria del loro nome. La prima, la più alta, è famigerata fra gli studenti dell’ateneo perché, dice la leggenda, chi la scala prima di terminare l’Università non si laureerà mai più. La seconda pende, di una gradazione appena superiore alla più famosa torre di Pisa. Da quando ha iniziato a pendere? Beh, almeno dai tempi del Poeta. "Qual pare a r...2020-02-0400 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiLa casa del MelogranoAmo Bologna; per i falli, gli errori, gli spropositi della gioventù che qui lietamente commisi e dei quali non so pentirmi. Parole di Giosuè Carducci, il cui nome è legato indissolubilmente a questa città, che lo vide insegnare, vincere il Nobel, morire. E vivere uno degli episodi più angoscianti della sua vita: la perdita prematura del figlio Dante. Per questa ragione, e per la perdita altrettanto dolorosa della madre, Carducci abbandonò questo piccolo appartamento luminoso e sereno in una via della vecchia Bologna abitata in gran parte da un popolo minuto appartamento nel cui orto, oltre alla vite, fioriva e fiorisce ancora...2020-02-0400 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiRock star!"E poi ci troveremo come le star A bere del whisky al Roxy Bar". State già cantando eh? Ma è un’altra la rock star che ha abitato in questa casa nel 1700. Si chiamava Carlo Broschi ed è passato alla storia con il suo nome d’arte: Farinelli, il più famoso cantante lirico castrato di tutti i tempi. Visse tra questa casa e una villa di campagna poco fuori città oggi, purtroppo, abbattuta, che ospitò fra gli altri un giovanissimo Mozart. Fu acclamato e onorato nelle corti di tutto il mondo e ci vorranno altri duecento anni perché idoli come lui, di nome Dalla...2020-02-0400 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiSacrario dei Caduti"Bologna ha il monumento ai morti più straordinario che esista. Orribile ma perfetto. Si tratta di un muro e ogni nome di un morto è illustrato da una foto fornita dalla sua famiglia. Li vediamo così come li abbiamo amati: il ragazzo grasso coi baffi, sul manubrio della bicicletta, il bel teneboroso con la cravatta scura. Mi vennero le lacrime agli occhi per un’immagine che era stata scelta da una madre, una fotografia di un piccolo biondo in pantaloncini e colletto da marinaio. Voleva ricordarlo e commemorarlo a questa età. Adoro questo monumento ai morti. Questi fantasmi installati sul marciapiede nella...2020-02-0400 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiRistorante CesarinaSulla Grassa Bologna si sono sparsi fiumi d’inchiostro. La fama di città dove si mangia splendidamente è arrivata fino a noi, merito di una campagna promozionale…letteraria. Edgar Allan Poe, ad esempio, ha inserito la mortadella, totem della gastronomia locale, nel suo romanzo Gordon Pym. Tanti erano e sono i templi in cui si celebra il rito della buona cucina. Fra cui La Cesarina "Santo Stefano, la stupenda Santo Stefano, ha avuto per tanto tempo come dirimpettaio quel tempio potentemente e squisitamente nutritore che era il ristorante della Cesarina. Senza fastidio, senza molestia reciproca. La distanza di un centinaio di metri...2020-02-0400 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiAmori tribolati a Palazzo MalvezziAncora un amore, ancora una relazione tribolata, ancora una donna bella, potente, regina di salotti. Si chiama Teresa Carniani e fu la coltissima moglie di Francesco Malvezzi, donna di cui Vincenzo Monti scrisse "Bionda la chioma in vaghe trecce avvolta Ed alta fronte ov’è l’ingegno espresso". Fu poetessa,scrittrice e traduttrice tra gli altri del poeta inglese Alexander Pope. E fu colei che fece invaghire a tal punto Giacomo Leopardi da fargli provare delirio e febbre, per averlo prima illuso (a dire del poeta…) e poi abbandonato. "Bologna 30 maggio 1826 lettera al fratello Carlo Sono entrato con una donna maritata in una...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiNera come la morte"Bologna, 3 luglio 1826. Ella non si dia pensiero alcuno circa la mia sicurezza. La frequenza degli omicidi in questi ultimi giorni è stata qui veramente orribile ma io ho preso il partito di non andar mai di notte se non per le strade e i luoghi più frequentati di Bologna, sicché fintanto che non ammazzeranno in mezzo alla gente (nel qual caso il pericolo sarebbe altrettanto di giorno come di notte) non mi potrà succedere sicuramente nulla". Giacomo Leopardi, Lettera al padre Bologna città del brivido e del mistero. Per le sue vie s’aggira una pattuglia di detective immaginari, a caccia di indi...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiLe Bois de Bologna: Il parco di Montagnola19 giugno 1796. A Bologna entrano le truppe napoleoniche. La città diventa capitale della Repubblica Cispadana. Nascono salotti filo francesi, circoli libertari, si parla di uguaglianza e diritti delle donne. Quando Napoleone allarga il dipartimento del Nord alla Repubblica Cispadana Bologna viene scalzata da Milano nel ruolo di capitale. I bolognesi si indignano ma restano fedeli all’Imperatore che la onora di una visita in pompa magna, nel 1805. Nell’occasione Napoleone decide di donare ai bolognesi un luogo di ritrovo dal profumo parigino. Un parco, nel cuore della città: la Montagnola. "Vado quasi ogni mattina alla Montagnola: lì si tiene il corso della c...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiUn aperitivo al quadrilateroVia delle Pescherie, via degli Orefici, Via Drapperie, Piazza della Mercanzia. I toponimi non tradiscono, siamo nel quadrilatero, la Bologna originale, il primo storico insediamento cittadino divenuto la culla dello struscio e dell’aperitivo all’aperto, dall’antichissima Osteria del Sole, di Vicolo Ranocchi, dove ancora oggi si porta il cibo da casa, ai moderni bar che servono specialità locali sono due i piatti a farla da padrone: i salumi e sua maestà il tortellino. Firenze è magra, longilinea. Invece a Bologna i portici, gli archi, le cupole, tutto fa pensare a una rotondità carnosa. Certe piccole strade medievali del centro ci riaccos...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiTamburini, Antica Salsamenteria Bolognese"I bolognesi hanno intitolato Umbelichi Sacri i tortellini, gloria della gastronomia locale, alludendo al bellico di Venere che si dice eccitasse l’estro di un cuoco di Bologna alla vista della Dea nuda, questa divina creatura,non spogliarellista di professione ma conservatasi, per vezzo, nuda sin dalla nascita". Alessandro Cervellati, Op-là lo spogliarello. Non andate via di qui senza averli assaggiati ma vi dovessero mai chiedere se sapete in che città sia nato il tortellino… non rispondete! La diatriba fra Bologna e Modena è antichissima e irrisolvibile. Si narra che nel 1200 circa, in una locanda di Castelfranco Emilia si fermò a passare...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiBologna, lo stomaco d'Italia"Una sera cenavo al Pappagallo, vidi una scena che spiega più di mille ricette perché Bologna sia così fiera del suo appellativo di grassa. Accanto a me erano sedute due buongustaie, che cenavano assieme, ignare di tutto all’infuori del cibo che avevano nei piatti. Non ho idea di quale potrebbe essere l’equivalente ornitologico d’un così raro avvistamento, forse una coppia di upupe dal becco rosso – ma ammetto che le due donne mi affascinavano e le guardai con la coda dell’occhio e l’accesa curiosità dell’ornitologo. Come ognuno sa le donne se lasciate da sole vivrebbero di pastine, biscott...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiLa statua di Galvani"Dalla breccia dei bastioni rossi corrosi dalla nebbia si aprono silenziosamente le lunghe vie. Il malvagio vapore della nebbia intristisce tra i palazzi velando la cima delle torri, le lunghe vie silenziose e deserte come dopo il saccheggio". Dino Campana, La giornata di un Nevrastenico, Canti Orfici Occorreva questo sfondo a Galvani per scoprire, operando su una rana, il legame indissolubile tra vita ed elettricità, aprendo la via agli studi sui segnali nervosi. Studi che il nipote, Giovanni Aldini, trasferì agli esseri umani. "Il 17 gennaio 1803 il pubblico di Aldini si riunì. Il corpo di George Fosters fu portato in sala da...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiFrankenstein all’ArchiginnasioCosa c’entra Frankenstein con Bologna? Lo scrisse un’autrice britannica, Mary Shelley, a soli 19 anni. Lo ideò a Ginevra, durante una vacanza funestata dalla pioggia. A Bologna non mise mai piede. Eppure Frankenstein “nacque” proprio in questa città. Esattamente qui, nello storico edificio dell’Archiginnasio, dove Galvani fece i celebri esperimenti sulla rana, e nel cui teatro anatomico, ancora visitabile, il nipote Giovanni Aldini ne perfezionò gli studi. Il primo esperimento pubblico su un cadavere da parte dell’Aldini avvenne però in Inghilterra, a Londra, nel 1803. Esperimento di cui Mary Shelley era certo a conoscenza e al termine del quale Gli spetta...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiUniversità di BolognaQual è il romanzo giallo sui libri per eccellenza? Ovviamente la vicenda di Guglielmo da Baskerville inviato in uno sperduto monastero del Piemonte nell’Anno Domini 1327 per far luce su un tragico e inspiegabile omicidio. Il Nome della Rosa. Chi poteva scriverlo se non un bolognese d’adozione? Umberto Eco arrivò a Bologna nel 1971, qui fondò il suo primo corso di Semiotica, in via Barberia, e racconta, in poche parole e con la sua ironia pungente perché amasse questa città: "Perché mi sono trovato bene in questa giovane Università che ha circa mille e fischia anni? Perché leggendo le tesi dei miei student...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiLa Sala Borsa‘A cento a cento salgono dalla tomba gli spiriti della Storia’ scriveva Goethe passeggiando sotto ai portici e non c’è resoconto che non citi le antiche biblioteche, come questa, la Sala Borsa, deposito di uno dei beni più supremi della città: la sua conoscenza. “Un monaco dovrebbe certo amare i suoi libri con umiltà, volendo il loro bene e non la gloria della propria curiosità: ma quello che per i laici è la tentazione dell’adulterio e per gli ecclesiastici secolari è la tentazione delle ricchezze per questi monaci è la seduzione della conoscenza. Non mi stupivo che il mistero dei delitti ruotasse intorno alla bibli...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiPortico della Morte“Passavo ore e ore al Portico della Morte, a Bologna, dove si vendevano i libri usati a scegliere, a leggere titoli, a spiare pagine e indici. Avevo quindici anni e fino allora avevo letto solo libri d’avventura. Poi improvvisamente mi è capitato fra le mani L’Idiota di Dostoewskij ed è stata la rivelazione.” Pier Paolo Pasolini, Un sistema per studiare In via de’Musei, laddove il Pavaglione comincia, si interseca un altro portico letterario, il Portico della Morte, che ospite dal 1928 la libreria Nanni, luogo di ritrovo amato dai letterati, Pasolini su tutti che qui ‘incontra’ la letteratura "Lì ho comprato I Casi C...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiAl Pavajon. Portico del Pavaglione“Sovente, alle due di notte, rientrando nel mio alloggio, a Bologna, attraverso questi lunghi portici, l'anima esaltata da quei begli occhi che avevo appena visto, passando davanti a quei palazzi di cui, con le sue grandi ombre, la luna disegnava le masse, mi succedeva di fermarmi, oppresso dalla felicità, per dirmi: Com'è bello!” Stendhal, Voyages en Italie Il Portico del Pavaglione è forse il più famoso e frequentato fra i portici della città. Si estende lungo via dell’Archiginnasio, a fianco della Basilica di San Petronio, ed è, a tutt’oggi, uno dei passaggi più eleganti e amati dei bolognesi. Deve il suo nome alla P...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiIl Portico più stretto di BolognaBologna è da sempre la città dei portici: non esiste al mondo un’altra città che abbia 36 chilometri di arcate (che diventano 53 se si contano i portici fuori porta), candidate a diventare Patrimonio dell’Unesco. Amati e odiati dagli scrittori, perché offrono riparo dalle intemperie ma impediscono il calore del sole, i portici di Bologna sono ‘cosce’ materne per Guccini, braccia operaie per Samuele Bersani, incubi per Dino Campana e per certi commercianti sfortunati… "Bologna è l’unica città dove il commercio degli ombrelli vive in uno stato di perpetua crisi, e questo perché uno può girare tutto il centro della città senza uscire mai dal...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiPalazzo SavioliPalazzo Savioli, luogo di infuocate passioni! Anche Bologna ha avuto le sue celebrità: divi e divine che furono raccontati e riveriti in lettere, diari, romanzi e film. Tra i grandi amori ottocenteschi che hanno infiammato la città si celebra qui quello tormentato di Lord Byron per la giovane contessa ravennate Teresa Gamba Guiccioli. A Palazzo Savioli, i due s’incontrarono per la prima volta “Bologna, 25 agosto 1819 Ho letto questo libro nel tuo giardino: - amore mio eri assente, altrimenti non avrei potuto leggerlo. È un mio libro preferito. Non capirai queste parole inglesi e altri non le capiranno, il che è il motivo p...2020-02-0300 minBologna, dicono di leiBologna, dicono di leiPiazzetta della PioggiaEra via Galliera, fino al tardo Ottocento la via più nobile di Bologna, prima che Via dell’Indipendenza venisse costruita. La visione d’insieme della città per chi ci arrivava in diligenza o per chi ci arriva in macchina al giorno d’oggi è la stessa: monocroma. Le tegole, i muri, le tende, il cielo, le piazze. La bellezza di Bologna ha mille sfumature e un solo colore: il rosso. Un bagliore sanguigno che non sbadisce nel tempo perché, ancor più che reale, è letterario. Oltre il fulgore colorato si ritrova, in tanta narrativa e poesia, la meraviglia del primo incontro con la città. “E...2020-02-0300 min